
Cultura della prevenzione e grande esercito di volontari, vera forza della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori
di Danilo Quinto
Oncologo di fama, laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato di Chirurgia ed in Oncologia con il massimo dei voti e la lode, eletto più volte al Consiglio dell’Ordine dei Medici di Bari, al Consiglio Nazionale della SICO (Società Italiana di Chirurgia Oncologica) e della SIT (Società Italiana Tumori), il professor Francesco Schittulli è stato Direttore della Scuola Superiore di Senologia Chirurgica e docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Foggia e la Scuola di Specializzazione in Oncologia delle Università di Bari e di Tor Vergata a Roma. Nel 2005 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e l’onorificenza di san Gregorio Magno da San Giovanni Paolo II. Già componente della Commissione Oncologica Nazionale e del Consiglio Superiore di Sanità, è stato Primario, Direttore Scientifico e Capo Dipartimento Donna all’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Oncologico di Bari.
Insignito di numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali. Presidente Nazionale della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, ente pubblico su base associativa), già allievo del professor Umberto Veronesi, è senologo-chirurgo-oncologo e Direttore Scientifico della Senologia del Mater Dei Hospital di Bari. Autore di oltre duecentocinquanta pubblicazioni scientifiche, ha al suo attivo circa trentamila interventi chirurgici per patologia mammaria.
Come si è sviluppata la LILT?
Il 24 febbraio del 1922 nacque a Bologna la Federazione Italiana per la Lotta contro il Cancro, organismo embrionale della LILT, che nel 1927 venne giuridicamente riconosciuta Ente Morale. Nel 1942, la LILT ha creato negli Ospedali un nuovo modello di cartella clinica, per la raccolta statistica dei dati epidemiologici sul cancro. La prima iniziativa di piazza per la raccolta fondi si potè celebrare il 24 dicembre 1953. Il 1965 è stato l’anno d’inizio delle campagne nazionali per promuovere controlli diagnostici preventivi. Nel 1975 la LILT è stata riconosciuta Ente Pubblico non economico. La sua attività si svolge ora sotto la vigilanza del Ministero della Salute, in collaborazione con le Regioni, le Province, i Comuni. Il bilancio è sottoposto annualmente a verifica ed approvazione dal Ministero vigilante, dal MEF e dalla Corte dei Conti.
Nel 2003, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì alla LILT la Medaglia d’Oro per “Benemeriti della Salute Pubblica”. Con decreto del Ministro della Salute, la LILT è diventata Ente Pubblico su base associativa, articolato in centosei Associazioni Provinciali/Metropolitane e venti Coordinamenti Regionali. I suoi punti di forza sono rappresentati dai circa quattrocento ambulatori dislocati su tutto il territorio nazionale e dai Volontari al servizio della comunità.
Quando e com’è nato il suo impegno per la LILT?
Il mio percorso con la LILT è iniziato nel 1972, in concomitanza con l’avvio della mia attività di senologo, come volontario a Bari e provincia, insegnando alle donne l’autopalpazione e frequentando il Centro Tumori, una struttura sanitaria ubicata nel Policlinico di Bari che si prendeva cura di pazienti oncologici in condizioni però altamente critiche. All’inizio degli anni ’80 fui eletto componente del Consiglio Direttivo della LILT della Provincia di Bari e nel 1985 fui eletto presidente, incarico che ho conservato fino al 2000, quando sono stato eletto presidente nazionale.

Che cosa significa cultura della prevenzione?
Il vero significato della parola prevenzione dovrebbe essere provvedere. La prevenzione oncologica si articola in primaria, secondaria e terziaria. La prevenzione primaria si basa sulla lotta al tabagismo ed alle cancerogenesi ambientali e professionali; sull’alimentazione (dieta mediterranea italiana) e sulla regolare attività fisica. Per prevenzione secondaria s’intende diagnosi sempre più precoci, attraverso l’individuazione di lesioni tumorali in stadio iniziale. L’obiettivo è ridurre la mortalità, migliorare la qualità della vita del malato oncologico e l’invasività dei trattamenti clinico-sanitari. La prevenzione terziaria tratta le problematiche che insorgono durante il percorso di vita di chi abbia già vissuto l’esperienza cancro e si esplica soprattutto con la riabilitazione psico-fisica, il reinserimento sociale e occupazionale del malato e prendendosi cura dei familiari, anche con la riabilitazione rigenerativa e l’assistenza domiciliare.
Che cos’è il Codice europeo contro il cancro?
È un codice composto da dodici consigli emanati dall’Unione europea e basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili per l’adozione di stili di vita sani, elaborati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, specializzato in oncologia.
Vuole ricordare questi consigli?
Sono consigli fondamentali per condurre una vita sana: non fumare; fare in modo di mantenere il peso corporeo salutare; mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni, limitando il tempo da trascorrere seduti; seguire una dieta sana (principalmente cereali integrali, legumi, verdura e frutta, limitando i cibi ad alto contenuto calorico, evitando la carne conservata, limitando la carne rossa e i cibi ad alto contenuto di sale); evitare di bere alcolici; evitare lunghe esposizioni al sole, con particolare attenzione ai bambini, usando le protezioni solari e non utilizzando lampade solari; proteggersi sul luogo di lavoro dall’esposizione ad agenti cancerogeni seguendo le istruzioni in merito alla sicurezza; controllare se in casa si è esposti ad alti livelli di radiazioni radon.
Umberto Veronesi, che è stato suo Maestro, diceva che la battaglia per la salute fisica e mentale delle donne si è affermata nel mondo grazie alle donne stesse. Che ne pensa?
È del tutto vero. Sono state le donne a comprendere che l’intervento chirurgico conservativo per il cancro al seno forniva le stesse possibilità di vita e di salute. Si è vincenti contro questo tumore, ormai big killer numero 1 in assoluto, se tutte le donne fossero correttamente informate e costantemente controllate. Ogni donna over 40 anni, dovrebbe eseguire annualmente (vita natural durante) una visita senologica ed una eco-mammografia. Attualmente, i programmi di screening senologico superano di poco il 50% della popolazione femminile del nostro Paese e sappiamo che complessivamente la guaribilità del cancro si aggira intorno all’85%. Con i mezzi a nostra disposizione, potremmo oggi garantire e raggiungere una guaribilità di oltre il 95%. Per il tumore del seno, in particolare, sfiorare il 100%, se solo si adottassero stili di vita corretti e se le donne si sottoponessero con regolare periodicità ai controlli clinico-strumentali. Prevenzione e diagnosi precoce trovano la loro ragion d’essere anche nei confronti dei tumori del polmone, prostata, colon-retto, cute, cavo orale e collo dell’utero.
Un altro aspetto fondamentale della prevenzione è quello legato all’alimentazione ed all’attività fisica. Che ne pensa?
Mangiare sano è il modo migliore per prevenire quasi ogni forma di cancro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 40% delle persone che ogni anno si ammalano di cancro in tutto il mondo avrebbe potuto evitare la malattia se solo avesse seguito un’alimentazione corretta. In Italia, teoricamente, siamo fortunati, perché il modello alimentare tipico del nostro Paese, la dieta mediterranea, è molto utile per prevenire sia i tumori sia altre patologie, come le malattie cardiovascolari metaboliche e così via. Per quanto riguarda l’attività fisica, recenti indagini scientifiche hanno dimostrato come siano necessari pochi minuti al giorno per ottenere un effetto preventivo sul cancro.

Che importanza ha il volontariato?
La forza vera della LILT, l’esercito che schiera in prima linea è composto da persone, giovani, uomini e anziani che, spesso con silenzioso, personale, quotidiano sacrificio, mettono a disposizione degli altri il loro tempo libero, la loro quota personalissima di privato. All’interno della LILT, vi sono persone semplici, che con il lavoro, spesso oscuro e ignorato, aiutano gli altri. Sono i circa ventimila volontari LILT.
La LILT si occupa anche di ricerca?
La ricerca scientifica, particolarmente quella dedicata alla prevenzione, è parte integrante delle attività istituzionali della LILT. Per perseguire quest’obiettivo, la LILT collabora con le Istituzioni, gli Enti e gli organismi che operano a livello nazionale ed internazionale in campo oncologico, anche attraverso l’elargizione di borse di studio riservate a giovani neolaureati e finanziando progetti di ricerca, nonché acquistando apparecchiature tecnologiche per le varie Associazioni LILT. Nell’ultimo decennio sono stati finanziati oltre cento progetti per circa venti milioni di euro, aventi come tema la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, grazie alla raccolta fondi tramite la donazione del 5 per mille. Uno dei progetti più importanti perseguiti è la formazione a distanza per operatori sanitari.
Quali sono i progetti futuri della LILT?
Diffondere sempre di più la cultura della prevenzione come metodo di vita, nelle sue tre forme, primaria, secondaria e terziaria. Rivolta quest’ultima ai quattro milioni circa di italiani già colpiti dal cancro e che hanno pieno diritto ad una vita normale.
Negli ultimi anni, com’è cambiata la lotta contro il cancro?
Abbiamo registrato indubbi e notevoli progressi, tenendo conto che il cancro è stato sempre considerato come malattia incurabile, mortale. Eppure, sappiamo che è l’ambiente che va a mutare, ad alterare, a modificare i nostri geni, fino a sviluppare una patologia neoplastica. Questo significa che dobbiamo avere cura di tutto ciò che circonda l’essere umano. Sono state individuate oltre cinquecento sostanze cancerogene e lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha già classificato oltre centoquaranta di queste sostanze certamente cancerogene, rispetto alle altre, possibilmente o probabilmente cancerogene. Dobbiamo però prendere atto che il 10% della popolazione mondiale sviluppa un tumore contro il 25% della popolazione europea: sono dati che dovrebbero non solo farci riflettere, ma obbligarci ad adottare delle strategie operative nei confronti di questa patologia che, di anno in anno, colpisce sempre più persone, pur registrando una sia pur lenta, ma continua e progressiva mortalità.