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Intelligenza Artificiale, Aidda lancia tre raccomandazioni per un’innovazione etica e sostenibile

CIO.it

La presidente di Aidda Giachetti: “L’Ia non è una tecnologia neutra: va adottata in modo consapevole, in coerenza con i valori e la visione dell’impresa”

Tre raccomandazioni concrete, una visione di lungo periodo e un obiettivo preciso: orientare l’innovazione tecnologica verso modelli imprenditoriali più sostenibili, umani e responsabili. È questo il cuore del documento presentato da AIDDA – Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda – sul ruolo strategico delle imprese nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) e sulle sue implicazioni nel sistema produttivo.

“Siamo partite dalla considerazione che saranno principalmente le imprese ad attuare questa trasformazione tecnologica – spiega la presidente di Aidda, Antonella Giachetti – e dunque a poter limitare o meno i grandi rischi che l’Ia comporta. Siamo certe che le imprese al femminile, così come sono naturalmente più inclini ad uno sviluppo sostenibile dell’azienda, saranno più inclini alla realizzazione umanistica dell’Ia”.

Verso un’Intelligenza Artificiale etica: il ruolo strategico delle imprese secondo Aidda

Il documento è stato presentato nel corso di un evento pubblico svoltosi a Firenze, con la partecipazione di imprenditrici, esperte del settore e rappresentanti istituzionali, confermando l’impegno dell’Associazione nel promuovere un approccio proattivo e responsabile all’intelligenza artificiale.

Le tre raccomandazioni di Aidda per un’adozione consapevole dell’IA

Il contributo di Aidda si fonda su tre pilastri che delineano una roadmap etica e strategica per le imprese italiane che vogliono affrontare l’adozione dell’IA con responsabilità e lungimiranza.

1. Governance strategica dell’IA

La prima raccomandazione riguarda la centralità del ruolo della governance aziendale: l’introduzione dell’IA deve essere una decisione consapevole e non delegata. L’organo di governo dell’impresa è chiamato a definire una visione strategica chiara sull’utilizzo della tecnologia e a nominare un responsabile incaricato di guidarne l’attuazione in linea con gli obiettivi aziendali e i valori etici.

2. Formazione etica e consapevole

Aidda sottolinea la necessità di una formazione integrata, che unisca competenze tecniche a conoscenze etiche e strategiche. L’adozione dell’IA non può prescindere da una solida base formativa per chi è coinvolto nei processi decisionali e operativi.

“La formazione è la prima forma di tutela e consapevolezza – ha ricordato la presidente Antonella Giachetti – e oggi è anche un obbligo di legge previsto dall’AI Act europeo”.

3. Attenzione ai rischi e responsabilità sociale

Infine, Aidda invita le imprese a valutare attentamente i potenziali effetti collaterali dell’uso dell’IA, che non è – come spesso si crede – una tecnologia neutra. Si parla di possibili discriminazioni, manipolazioni, impatti ambientali o sociali, tutti elementi da monitorare con rigore.

“L’intelligenza artificiale non è una tecnologia neutra – ha sottolineato Giachetti – e va adottata in coerenza con i valori dell’impresa, con attenzione a tutte le sue implicazioni.”

Il quadro normativo: Aidda interviene sul disegno di legge italiano

Guardando oltre il perimetro aziendale, Aidda richiama anche l’attenzione sui livelli legislativi nazionale ed europeo, evidenziando due urgenze fondamentali:

  1. L’Europa deve investire nella propria autonomia tecnologica, per non dipendere da modelli esterni e per contribuire allo sviluppo dell’IA secondo i valori europei di inclusione, sostenibilità e giustizia.
  2. L’Italia deve colmare le lacune della normativa in via di definizione. In particolare, l’Associazione chiede che l’articolo 12 del disegno di legge delega sull’intelligenza artificiale, ora all’esame della Camera, preveda la partecipazione attiva delle parti sociali e dei tecnici degli enti di sicurezza e previdenza nell’Osservatorio sull’adozione dei sistemi di IA nel lavoro.

“Serve una visione ampia e inclusiva – conclude Giachetti – per affrontare una trasformazione che riguarda il futuro stesso del lavoro”.