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Ipercolesterolemia ed effetti sulla salute

Ipercolesterolemia: cardiologi e biochimici indicano la necessità di una nuova refertazione degli esami di laboratorio

Una classe di particelle, le lipoproteine, svolgono la funzione di trasportare il colesterolo attraverso il sangue. Tra le lipoproteine, le più importanti per la prevenzione cardiovascolare sono: LDL, o lipoproteine a bassa densità, che trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo. HDL, o lipoproteine ad alta densità, che rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi provvede a eliminarlo.

Quando si riscontra l’ipercolesterolemia

Nel linguaggio comune, le prime sono note come “colesterolo cattivo”: se presenti in quantità eccessiva, infatti, tendono a depositarsi sulla parete delle arterie, provocando ispessimento e indurimento progressivi. In questo caso si riscontra l’ipercolesterolemia, che riguarda più di 1 italiano su 4 e costa al SSN 1,14 miliardi di euro l’anno. Maggiormente colpite sono le donne, mentre la percentuale di individui che dichiara di essere ipercolesterolemico è pari solo al 18,3%, in base ai dati dell’Osservatorio Passi): quasi 1 italiano su 2 non ritiene il colesterolo LDL dannoso per la salute e 1 italiano su 3 ritiene che il rischio di mortalità legato all’ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi.

Il problema degli attuali referti

I dati sono sono stati evidenziati durante un incontro di Meridiano Cardio, la piattaforma di TEHA Group società di The European House Ambrosetti, con la Società italiana di cardiologia (SIC) e la Società italiana di biochimica clinica e biologia molecolare clinica-Medicina di laboratorio (SIBioC). Il Documento congiunto che ne è scaturito è cruciale nel sistema di refertazione dei profili lipidici, decisivi per identificare l’ipercolesterolemia, fattore causale della cardiopatia ischemica che in Italia colpisce circa 5 milioni di persone. Secondo le evidenze scientifiche, una riduzione dei livelli di colesterolo LDL, ottenuta attraverso una diagnosi tempestiva e un trattamento mirato, può tradursi in una riduzione del rischio di infarto miocardico e morte cardiovascolare.

Il problema attuale, spesso sottovalutato, è che molti referti riportano ancora “valori di riferimento” standardizzati sulla media della popolazione e non “valori decisionali” legati al rischio cardiovascolare individuale. In realtà, un valore “nella norma” per il laboratorio può essere critico per un paziente ad alto rischio. In alcuni casi, ciò ha portato alla sospensione inappropriata di terapie ipolipemizzanti o alla sottovalutazione di condizioni gravi come l’ipercolesterolemia familiare.

Danilo Quinto