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Un CCNL 2022-24 ancora in alto mare. Dal Meeting SAQURE, le richieste dell’AAROI-EMAC per i prossimi CCNL

AAROI-EMAC

Il sistema sanitario nazionale è ancora in attesa di risposte concrete sul fronte del rinnovo contrattuale per i dirigenti medici e sanitari. A lanciare l’ennesimo grido d’allarme è AAROI-EMAC, nel corso dell’evento SAQURE 2025, il meeting annuale che si è appena concluso a Roma e che ha riunito professionisti e stakeholder dell’Area Critica per discutere di qualità, sicurezza e valorizzazione delle competenze in ambito ospedaliero.

Il messaggio finale della manifestazione è chiaro e deciso:

«L’apertura della contrattazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022-2024 è ancora in attesa dell’Atto di Indirizzo, passaggio indispensabile per dare inizio al confronto negoziale, senza che ancora siano stati risolti alcuni nodi che da troppi mesi giacciono irrisolti, ad iniziare dal mancato stanziamento dell’incremento dell’indennità di specificità a favore dei dirigenti sanitari, che la Legge di Bilancio 2025 aveva dimenticato, e dal rinvio al 2026 di un vero pur contenuto adeguamento di questa voce fondamentale dello stipendio soltanto per i medici. In mancanza di un intervento correttivo di questa sperequazione, che richiede risorse extra-contrattuali apposite, essa rischia di riverberarsi anche sui medici, una volta avviata la trattativa per il rinnovo, a causa di prevedibili ostacoli difficilmente superabili qualora questo non avvenisse».

Contratto collettivo e indennità: la posizione del sindacato dei medici

La denuncia di AAROI-EMAC – condivisa con le altre sigle sindacali della dirigenza del SSN – punta il dito contro il mancato avvio delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022-2024, ancora fermo a causa dell’assenza dell’Atto di Indirizzo, necessario per sbloccare il confronto con l’ARAN.

«Ecco perché resta ferma la richiesta dell’AAROI-EMAC, già condivisa più volte congiuntamente con le altre Sigle Sindacali della Dirigenza del SSN, che l’Atto di Indirizzo, dopo una gestazione a tutt’oggi sospesa, veda finalmente la luce, prevedendo adeguati meccanismi per un’allocazione degli aumenti nelle buste paga, ma potendoli anche rendere più consistenti grazie a soluzioni tecniche che possono prefigurarsi solo sulla base di contestuali ulteriori stanziamenti economici rispetto a quelli già ad oggi prefissati».

La questione è strettamente legata al mancato recupero del potere d’acquisto da parte della categoria, aggravato dal blocco contrattuale durato dal 2010 al 2019. Neppure il CCNL precedente, firmato a triennio già abbondantemente scaduto, è riuscito a colmare il divario salariale che, negli anni, ha favorito l’esodo di molti medici verso il settore privato, in particolare tra coloro che non possono contare su attività libero-professionali aggiuntive.

«Nemmeno il CCNL vigente, che vogliamo ricordare esser stato siglato a triennio ampiamente già scaduto, è bastato infatti a far recuperare una perdita del potere d’acquisto iniziata con il blocco contrattuale durato dal 2010 al 2019 e che da allora non è più stato riportato a valori sufficienti ad impedire le fughe dei medici dal pubblico verso il privato, soprattutto per quanto concerne quelli con limitate possibilità di attività libero-professionali al di fuori delle mura ospedaliere».

Rinnovo 2022-2024 ancora bloccato: rischio stallo anche per il triennio 2025-2027

Il mancato avvio delle trattative per il triennio 2022-2024 rischia di avere un effetto domino anche sul rinnovo successivo, quello 2025-2027, con il concreto pericolo di mantenere la consuetudine – sempre più intollerabile – dei contratti firmati a triennio ormai concluso.

«D’altro canto, senza il rinnovo del CCNL per il triennio 2022-2024 resta rinviato a data da destinarsi quello per il periodo 2025-2027, che anch’esso, di questo passo, continuerà la tradizione di un rinnovo dopo la sua scadenza triennale, che ormai disperiamo possa mai interrompersi».

Focus sull’Area Critica: serve una valorizzazione economica adeguata

Particolare attenzione è stata riservata alle discipline dell’Area Critica, che richiedono competenze altamente specialistiche e garantiscono prestazioni fondamentali in contesti a elevata intensità assistenziale. Il sindacato rinnova dunque la richiesta di una valorizzazione economica specifica, ritenuta indispensabile per attrarre e trattenere professionisti in settori chiave come Pronto Soccorso, Emergenza Intraospedaliera e 118.

«Ribadiamo, inoltre, la necessità di una valorizzazione economica specifica per le discipline impegnate nell’Area Critica, che richiedono competenze altamente specialistiche e garantiscono prestazioni essenziali in contesti ad alta intensità assistenziale. Sotto questo profilo, rinnoveremo le nostre richieste affinché l’indennità prevista per chi opera nei Pronto Soccorso venga meglio delimitata solo a quelli accreditati come tali, estendendola anche agli Anestesisti Rianimatori in servizio specificatamente dedicato all’Emergenza IntraOspedaliera, oltre che ai Colleghi che lavorano nei Servizi di Emergenza-Urgenza PreOspedaliera – 118, il cui ruolo è altrettanto strategico».