
Tumore alla prostata:prostatectomia e complicanze funzionali. Medici, società scientifiche e associazioni chiedono tutele adeguate e pari diritti di genere
In Italia, ogni anno oltre 40.000 uomini ricevono una diagnosi di tumore alla prostata, e circa la metà di loro – 20.000 pazienti – affronta una prostatectomia, l’intervento chirurgico per l’asportazione del tumore. Una fase cruciale del percorso di cura, spesso trascurata dalle istituzioni, in cui i pazienti si trovano a fare i conti con complicanze che incidono profondamente sulla qualità della vita: incontinenza urinaria e disfunzione erettile.
Di questi temi si è discusso durante il convegno “Tumore alla prostata: diritti di genere dopo la chirurgia”, promosso dal gruppo biomedicale DBI e ospitato presso l’Institute for Advancing Science (IAS) di Boston Scientific a Milano. A distanza di due anni dalla prima edizione, l’incontro – moderato dal giornalista Federico Mereta – ha offerto una panoramica aggiornata attraverso le testimonianze di clinici, rappresentanti delle società scientifiche e delle associazioni di pazienti. Il verdetto è chiaro: i progressi sono pochi e le disuguaglianze di genere in ambito uro-oncologico restano significative.
L’80% dei pazienti guarisce o convive a lungo con la malattia
Grazie ai progressi diagnostici e terapeutici, oggi l’80% dei pazienti con tumore alla prostata guarisce o convive a lungo con la malattia. Tuttavia, come ricordato nel corso del convegno, le terapie – chirurgiche o radioterapiche – possono determinare conseguenze importanti, tra cui:
- Disfunzione erettile (che interessa fino al 54% dei pazienti)
- Incontinenza urinaria (che colpisce il 32% dei pazienti)
Dati emersi dalle relazioni di esperti come il prof. Roberto Carone (già Direttore CTO di Torino), il prof. Carlo Bettocchi (Direttore dell’Unità Dipartimentale di Andrologia e Chirurgia Ricostruttiva, Policlinico Universitario di Foggia), il dott. Andrea Cocci (Università di Firenze – Ospedale Careggi) e il dott. Marco Falcone (Città della Salute e della Scienza di Torino).
Le loro relazioni hanno messo in evidenza un altro dato allarmante: il basso grado di soddisfazione dei pazienti rispetto alle informazioni ricevute su queste problematiche.
La mancata inclusione nei LEA
Per affrontare queste complicanze esistono soluzioni farmacologiche, percorsi riabilitativi e dispositivi medici avanzati – come protesi peniene e sfinteri urinari artificiali – che rappresentano terapie efficaci e risolutive. Tuttavia, l’accesso a questi strumenti è ostacolato dalla mancata inclusione nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e da una copertura sanitaria frammentaria su base regionale.
A denunciare questo gap normativo sono stati molti professionisti intervenuti al convegno, tra cui il prof. Giorgio Bozzini (Direttore Urologia e Dipartimento di Chirurgia, ASST Lariana) e il dott. Aldo Franco De Rose, impegnati anche nella divulgazione sui media e sui social.
Il ruolo delle strutture sanitarie e dei percorsi integrati
La presidente di Fondazione Onda, Francesca Merzagora, ha ricordato come oggi siano 156 le strutture sanitarie italiane insignite del “Bollino Azzurro” per la qualità dell’assistenza post-prostatectomia, incluse le complicanze funzionali. Un momento centrale del convegno è stata la presentazione del Position Paper “Recupero funzionale dell’incontinenza urinaria e della disfunzione erettile nel paziente in terapia per tumore alla prostata”, curato da specialisti tra cui:
- Marco Bitelli (Ospedale Sandro Pertini, Roma)
- Alessandro Giammo’ (Neuro-Urologia, Città della Salute e della Scienza di Torino)
- Emilio Sacco (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma)
- Alberto Tagliabue (Clinica IGEA)
Il documento sottolinea l’urgenza di integrare i percorsi oncologici con quelli funzionali, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Diritti di genere e PDTA: la sfida delle istituzioni
Il prof. Giuseppe Carrieri, Direttore UOC Urologia Policlinico Riuniti Foggia e Presidente della Società Italiana di Urologia, ha rilanciato l’impegno della SIU per affrontare le criticità nei rimborsi regionali e l’assenza di una strategia nazionale condivisa. Sulla stessa linea, il prof. Giorgio Franco (UOC Urologia AOU Policlinico Umberto I, Roma) ha evidenziato la necessità di progettualità nelle richieste alle amministrazioni ospedaliere, parlando di “Diritti di Genere” e PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali). Anche il dott. Maurizio Carrino (Andrologia AORN Cardarelli, Napoli) e il prof. Antonio Rizzotto (Urologia, Ospedale Belcolle di Viterbo) hanno ribadito i vantaggi clinici, organizzativi ed economici derivanti dai trattamenti funzionali post-chirurgici.
Soluzioni tecnologiche e prospettive future
L’incapacità di raggiungere e mantenere l’erezione dopo la prostatectomia viene inizialmente affrontata con terapie farmacologiche. Quando queste non bastano, si ricorre all’impianto di protesi peniena, un intervento altamente risolutivo. Le protesi – semirigide o idrauliche – vengono impiantate sottocute e ripristinano l’erezione in modo naturale, senza compromettere sensibilità, eiaculazione o funzione urinaria.
Per i casi di incontinenza persistente, si valutano invece l’impianto di Sling o di Sfintere urinario artificiale. Anche questi dispositivi sono completamente invisibili e migliorano sensibilmente la vita dei pazienti.
Associazioni e iniziative sul territorio
Le associazioni AURO, SIA, SIU, SIUD, Europa Uomo (rappresentata dal dott. Claudio Talmelli) e FINCOPP hanno dato voce ai pazienti, chiedendo strategie concrete, trasparenti e accessibili per affrontare le complicanze post-prostatectomia.
Il convegno si è chiuso con l’annuncio del progetto “Il Camper che FUNZIONA!”, presentato dal prof. Enrico Finazzi Agrò (Università Tor Vergata), dalla dott.ssa Francesca Ragni (AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano) e dalla dott.ssa Vercesi (Fondazione ONDA). L’iniziativa porterà nelle piazze italiane un questionario sulla salute urinaria e sessuale, con l’obiettivo di sensibilizzare e orientare le persone verso percorsi specialistici.
Annachiara Albanese