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Salute e istruzione, come si concretizza l’intenzione solidale

La ricetta di Pasquale Tiritò per “ringraziare” il Kenya, dove ha costruito il suo successo

di Giosetta Ciuffa

È in una località incantevole del Kenya poco distante da Watamu che venti anni fa veniva posta la prima pietra di un progetto turistico a firma italiana. L’imprenditore alla cui lungimiranza si deve l’apertura al turismo europeo della Jacaranda Bay è Pasquale Tiritò, che per primo ci ha investito con il Jacaranda Beach Resort, nelle immediate vicinanze dell’omonima spiaggia lunga dieci chilometri. Acque cristalline, sabbia bianca, meteo favorevole tutto l’anno è il cliché felicemente confermato anche dalla presenza del Parco nazionale e Riserva marina di Watamu.

Negli anni successivi al Jacaranda Beach Resort, ancora gestito direttamente dalla famiglia Tiritò, l’imprenditore ha affiancato altre due strutture che hanno segnato definitivamente il successo della zona. Zona in cui, oltre ad avviarci il proprio business, Tiritò ha voluto condividere con le comunità locali parte di quanto aveva creato, molto prima che le performance sociali, oltre a quelle economiche, fossero prestazioni rilevanti e da tenere in considerazione.

Come e dove dirigere l’intenzione solidale?

È bastato guardarsi intorno: una terra splendida con molte prospettive davanti ma difficilmente concretizzabili. Mancano i servizi essenziali non appena ci si allontana dai centri urbani e un’ampia fascia della popolazione vive sotto la soglia della povertà. In particolare, nella contea di Kilifi, dove si trova Watamu, dei 35mila abitanti, dintorni inclusi – in gran parte aree rurali mal collegate, senza elettricità e acqua, con assistenza sanitaria pubblica insufficiente -, la metà ha meno di 15 anni e raramente riceve un’istruzione poiché in Kenya la scuola statale è a pagamento. Le bambine ancor di più rischiano di essere lasciate indietro.

È stato immediato quindi avviare i progetti di charity con l’edificazione, a circa un chilometro dai resort, della Jacaranda Nursery & Primary School, dal 2010 punto di aggregazione per gli oltre 500 studenti e i 10mila abitanti della zona, ai quali nel 2012 è stata inoltre portata l’acqua corrente. Non solo. A chi vive distante dalla strada principale, lungo la quale corrono le condotte idriche pubbliche, si è provveduto a erogare acqua gratuitamente garantendo infine una fornitura stabile con il prolungamento delle tubature fino ai due villaggi di Kharaweni e Digirikani. In queste comunità un momento di socialità per le donne è rappresentato dall’andare a prendere l’acqua… ma non quando il pozzo si trova tanto lontano.

La costruzione della chiesa

Altro apprezzabile tassello è stata l’edificazione della chiesa: non stupisce, se pensiamo al ruolo che tante parrocchie e oratori hanno avuto e tuttora hanno anche in Italia. Non solo allora la costruzione della chiesa ACK St Mark Jacaranda, nel 2017, ma anche restauri e donazioni a chiese di diverse religioni a Gede, Dabaso, Jikoka e Watamu, proprio perché il concetto è quello di avere un luogo di preghiera e di elevazione spirituale nonché un ritrovo sociale in cui ognuno, secondo il proprio credo religioso, si senta libero di trascorrere del tempo.

Porre le basi per una crescita legata al territorio e al progresso umano

Oltre ai posti di lavoro creati per i dipendenti (5mila tra diretti e indiretti), il concetto alla base è semplice. Non tutti hanno potuto avere la tranquillità di un impiego sicuro che, per quanto fondamentale, porta sì uno stipendio ma non necessariamente uno sviluppo locale. L’intento di Tiritò e della sua famiglia – il figlio Daniele è general manager della struttura alberghiera – è porre le basi per una crescita legata al territorio e al progresso umano, laddove è la persona stessa ad avere gli strumenti, fisici (infrastrutture e servizi) e intellettivi, per decidere del proprio futuro. Senza istruzione ciò non è possibile e il destino che spetterebbe a questi bambini non è detto che sia dei più rosei.

Il progetto della scuola

Quello della scuola è infatti un progetto ripetuto nel 2023, anno in cui è stata costruita e donata la Jacaranda Beach Junior Secondary School con aule, biblioteca e laboratori, in modo tale che studenti e studentesse potessero proseguire gli studi senza allontanarsi da casa. Ogni progetto cui si è dato seguito si origina da una esplicita richiesta delle autorità locali, che in Kenya possono anche essere informali come il “consiglio degli anziani” o il “capo del villaggio”: nulla nasce senza una collaborazione o con il presupposto di conoscere meglio dei residenti la realtà dei luoghi.

Lo spirito con cui si portano avanti queste iniziative è sempre l’ascolto e il rispetto di usanze e tradizioni al fine di apportare al territorio e alla popolazione un contributo fattivo, là dove esiste una reale necessità, sulla spinta di una riconoscenza e un’amicizia verso il Paese. Contributo sempre responsabile e mai paternalistico: tutto quello che è stato costruito, riparato, creato è stato poi donato e gestito dalle realtà locali.

Altra occasione per tendersi la mano è stata la pandemia

Non c’è bisogno di un occhio particolarmente esperto per rendersi conto che il Covid-19 ha impattato notevolmente. Per quanto si sia tentato di ottimizzare il periodo mediante un rinnovo dell’albergo generando comunque una parziale occupazione, gli anni della pandemia a Watamu si sono rivelati assai duri anche sotto l’aspetto sanitario. Ecco quindi che, con l’ospedale più vicino a 20 chilometri di distanza (a Malindi: sembra vicino ma in questi contesti, e con lo stato in cui versano le strade, non tutti possono permettersi il viaggio), diventa importantissimo contare su una struttura assistenziale di primo soccorso efficiente.

In questo spirito sono stati realizzati dei lavori di rimodernamento al Gede Health Center e i circa 75mila abitanti di Watamu e Gede possono ora recarsi nei vari centri per distribuzioni di farmaci, diagnostica semplice, radiologia, consultorio, ricoveri brevi e tematiche inerenti alla maternità, considerato l’alto tasso demografico del Kenya. Molteplici azioni e diversificate dunque, dalle più grandi alle singole, anche in partnership con hotel e imprese turistiche del circondario, come nel caso della donazione di un macchinario per ecografie a un ambulatorio privato (che offre diagnosi prenatali gratuite alle donne residenti) o dei banchi alla scuola.

La responsabilità sociale di impresa di Tiritò

Ancora molto importante è stata ed è l’opera di creare consapevolezza nei tanti turisti ospitati dagli hotel del gruppo. Si tratta di far passare il principio che chi vive nelle comunità intorno al luogo dove si tracorre la vacanza non ha bisogno di elemosine o di pietismi, ma di essere “aiutato ad aiutarsi”. In questa ottica sono frequenti le visite organizzate dal Jacaranda per conoscere la scuola e le realtà locali. Quando si dice responsabilità sociale di impresa: Tiritò ha preferito all’impronta sulla sabbia, immagine romantica con la quale è facile pubblicizzare questi angoli di paradiso, ma che verrà spazzata via dalle onde, un’impronta che senz’altro resterà nei cuori delle persone ben oltre la stagione turistica. Anzi le accompagnerà lungo buona parte della vita.