
L’economia globale cerca un equilibrio. Warren Buffett ridimensiona le preoccupazioni
Inizia con il segno meno la prima settimana di maggio sui mercati globali, zavorrati dal calo del prezzo del petrolio e da un clima geopolitico sempre instabile. Il WTI scende del 4% a 56 dollari al barile dopo la decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione di ulteriori 411.000 barili al giorno a partire da giugno, triplicando le attese iniziali. Anche il Brent registra una flessione simile, segnando 59,15 dollari al barile. Il mercato teme ora un eccesso di offerta in un momento di domanda ancora debole, alimentando pressioni al ribasso sui titoli energetici: Eni cede l’1,44%, Tenaris lo 0,85%.
La discesa del greggio pesa anche su Piazza Affari
La discesa del greggio pesa anche su Piazza Affari, che apre la giornata in calo (-0,11% il FTSE MIB), con le banche e Stellantis in difficoltà. Tengono invece Leonardo (+0,66%), forte di nuovi investimenti europei nel settore della difesa, Banca Generali, Webuild e Eph, in deciso rialzo. Sul fronte macroeconomico, gli occhi restano puntati sulla Federal Reserve. Il mercato sconta tassi fermi al 4,25%-4,5% nell’immediato, ma cresce l’attesa per un possibile taglio a giugno.
Una voce fuori dal coro arriva da Warren Buffett
Il presidente Jerome Powell ha ribadito l’approccio attendista, volendo valutare nuovi dati prima di agire. Nonostante le pressioni del presidente Trump, che intanto rilancia la sua battaglia protezionistica: dazi del 100% contro i film stranieri per rilanciare l’industria cinematografica americana. In questo contesto incerto, una voce fuori dal coro arriva da Warren Buffett, che ridimensiona le preoccupazioni sul recente calo di Wall Street definendolo “non drammatico”. Parlando all’assemblea annuale di Berkshire Hathaway, Buffett ha ricordato che «l’indice Dow Jones nel 1929 è passato da 381 a 42 punti: questo sì che è stato un vero crollo».
No panic, please
Il messaggio dell’oracolo di Omaha è chiaro: le turbolenze attuali vanno contestualizzate e non devono indurre al panico. Le tensioni geopolitiche, con nuovi attacchi Houthi contro Israele e le dichiarazioni incendiarie di Teheran, raffreddano, però, il clima. Il dialogo tra Russia e Ucraina fatica a decollare, e la possibilità di una pace duratura sembra ancora lontana, secondo lo stesso Trump. L’attuale congiuntura porta a pensare che i mercati azionari europei resteranno probabilmente volatili fino al vertice Fed, e che l’euro, oggi in lieve rialzo sull’attesa di un possibile taglio dei tassi da parte della BCE a giugno, potrebbe rafforzarsi ulteriormente se i dati macro dovessero decretare un rallentamento della crescita USA. L’equilibrio tra inflazione, crescita e politica monetaria si fa sempre più delicato, e i mercati sembrano cercare una bussola in un contesto dominato da incertezza, ma anche da voci esperte che invitano alla calma e alla prospettiva storica.
S.D.R.