
Il consigliere della Regione Lombardia, Massimo Vizzardi (Gruppo Misto) – grazie ad un lavoro congiunto con la Giunta regionale, la consigliera Carmela Rozza (PD) e il sottosegretario Mauro Piazza – ha approvato una mozione che punta alla valorizzazione della professione infermieristica, sia a livello formativo sia a livello economico
La mozione approvata chiede alla Regione di sostenere a livello nazionale l’istituzione di tre nuove lauree magistrali per infermieri, come annunciato dal Ministro della Salute. I percorsi riguarderanno: cure primarie e sanità pubblica; cure pediatriche e neonatali; cure intensive e dell’emergenza. Oltre alla formazione, la mozione invita a prevedere permessi studio ed agevolazioni per i professionisti in servizio, affinché possano conciliare impegni lavorativi e crescita professionale. L’obiettivo è contrastare il calo di iscrizioni ai corsi di laurea e rendere la professione infermieristica più attrattiva per i giovani.
La carenza di infermieri in Lombardia rappresenta un fatto critico
Solo nel biennio 2024-2025, nei corsi di laurea in infermieristica lombardi, sono rimasti scoperti 2.178 posti. Il trend nazionale non promette miglioramenti, con 113mila infermieri destinati a lasciare il servizio tra il 2023 e il 2033. Un dato preoccupante che conferma una fuga crescente dalla professione.
Per far fronte a quest’emergenza, la Regione Lombardia ha adottato misure alternative. Tra queste, l’introduzione del Super Oss, una figura intermedia tra infermiere e operatore socio-sanitario, con almeno 500 ore di formazione per supportare i professionisti sanitari nelle loro attività quotidiane. In parallelo, si sta lavorando all’ingresso di infermieri dall’estero.
Rendere la professione più attrattiva
Se non verranno adottate misure efficaci a breve termine, la Lombardia rischia di vedere peggiorare ulteriormente la situazione. Il nodo centrale rimane la capacità di rendere la professione infermieristica più attrattiva. Evitando una fuga sempre maggiore dai corsi di formazione e dal mondo del lavoro, in un contesto che definire drammatico è poco: alla Statale di Milano, quasi 200 posti nei corsi di laurea in infermieristica sono rimasti scoperti. Stesso scenario per Bicocca e Brescia, dove un sesto dei posti è rimasto vacante e ancor peggio per Pavia e Varese, con un terzo dei posti non assegnati. Nelle università private come Humanitas e San Raffaele, la domanda ha superato l’offerta, con quest’ultima che ha registrato un sovrannumero del 44%. Un fenomeno che mette in luce un sistema squilibrato e incapace di attrarre nuovi infermieri nel settore pubblico.
Redazione