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L’industria italiana può decarbonizzarsi con idrogeno, elettrificazione e riduzione delle emissioni di metano

L’industria italiana, uno dei principali settori responsabili delle emissioni di gas serra in Europa, è chiamata ad affrontare una duplice sfida: decarbonizzare i processi produttivi mantenendo al contempo la competitività economica

Questo il tema centrale dei due nuovi studi presentati oggi dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) con il supporto di Environmental Defense Fund Europe (EDF Europe), durante il webinar intitolato “Le industrie energivore in Italia tra competitività e decarbonizzazione”.

L’Italia resta fortemente dipendente dal gas naturale

Il primo studio, dal titolo “Italy’s Energy-Intensive Industries amid Competitiveness and Decarbonisation”, evidenzia come, nonostante i progressi verso la riduzione delle emissioni industriali, l’Italia resti fortemente dipendente dal gas naturale, di cui è uno dei maggiori importatori europei.

Una delle sfide principali è la riduzione delle perdite di metano, specialmente nel settore energetico e nella distribuzione del gas. Sebbene le emissioni di metano siano già diminuite del 71,9% dal 1990, rappresentano ancora l’80% delle emissioni fuggitive totali. La ricerca sottolinea l’importanza di allinearsi al nuovo Regolamento UE sul metano per ottimizzare ulteriormente i risultati.

Léa Pilsner, Senior Policy Manager di EDF Europe, ha dichiarato: Ridurre le perdite di metano rappresenta una delle azioni più rapide ed efficaci per accelerare la transizione, rafforzando al contempo la competitività industriale italiana. Un impegno chiaro in questa direzione garantirà una transizione equa anche per i territori più dipendenti dai combustibili fossili.”

Inserire la transizione nelle politiche industriali

Il secondo studio, intitolato “European and Italian Just Transition Policies amid Industrial Decarbonisation and External Policies”, esplora come l’Italia possa integrare una transizione giusta nelle proprie politiche industriali, per evitare impatti economici e sociali negativi nelle regioni più vulnerabili.

In particolare, si evidenzia l’importanza di politiche compensative per le aree maggiormente dipendenti dalle industrie ad alta intensità energetica, con un’attenzione particolare alle collaborazioni con l’Africa e la regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa), per sviluppare soluzioni comuni e garantire benefici condivisi.

Pier Paolo Raimondi, ricercatore senior dello IAI, ha sottolineato: “L’Italia deve perseguire una strategia industriale olistica che sfrutti le opportunità tecnologiche ed economiche, collaborando attivamente in sede europea. È essenziale integrare politiche sociali che accompagnino la trasformazione industriale, riconoscendo le sfide geopolitiche legate alla transizione energetica.”

La strategia industriale del futuro

La transizione verso un’industria a basse emissioni deve prevedere l’impiego di tecnologie innovative come l’elettrificazione e l’uso dell’idrogeno in settori specifici, garantendo al contempo la sicurezza energetica. Il Piano Mattei, insieme alle recenti iniziative della Commissione Europea, offre all’Italia l’opportunità di definire un nuovo modello di cooperazione industriale e climatica, che punti alla sostenibilità e alla resilienza economica.

Per affrontare le sfide della decarbonizzazione industriale, l’Italia deve adottare una strategia integrata che promuova investimenti tecnologici e politiche sociali adeguate, garantendo al contempo una transizione equa per i territori e i settori produttivi maggiormente esposti.

Redazione