
È stato siglato in Sardegna il programma integrato da oltre 50 milioni di euro per migliorare la diagnosi, la cura, lo sviluppo dei farmaci efficaci e ridurre i costi sanitari, previsto nell’ambito dei lavori della BIOBANCA che sta sorgendo nel Parco scientifico e tecnologico sito nel comune di Pula medicina preventiva
L’iniziativa è cofinanziata tramite fondi PNNR dall’Unione Europea – Next Generation EU e dalla Regione Sardegna attraverso il progetto ‘Genes for health’, con il quale si è proposto di sviluppare su larga scala un programma di medicina preventiva denominato SardGen. L’auspicio è consentire di migliorare la diagnosi delle malattie, rendendola più rapida e precisa e inoltre di creare le condizioni per favorire lo sviluppo di farmaci mirati ed efficaci, particolarmente utili per patologie autoimmuni ed ematologiche, molto diffuse in Sardegna ma rilevanti anche a livello globale.
Le dichiarazioni dei protagonisti
Il rettore dell’ateneo di Sassari, Gavino Mariotti, ha detto: “L’Università ha lavorato al progetto durante il lockdown. Siamo arrivati terzi su 128 al bando dell’Unione europea. Necessario investire sulla progettualità, le risorse ci sono, vanno intercettate e spese per progetti di utilità pubblica”. Per Gianluca Cadeddu, program manager: “SardGen ha unito i principali attori dell’innovazione in Sardegna. Coinvolge oltre 500 operatori, e ne sono stati reclutati 150. Abbiamo già dieci brevetti per un progetto che prevede sostenibilità prospettica e coinvolgimento dei cittadini. Lo slogan? ‘Dalla ricerca all’impresa’. Un percorso solido, con a disposizione circa 50 milioni di euro, che ha sposato pubblica amministrazione, atenei, imprese e ricercatori”.
“Vogliamo estirpare malattie gravi come la Sclerosi multipla, talassemia e diabete giovanile – ha affermato Francesco Cucca, genetista e responsabile scientifico SardGen -. I progressi della ricerca contribuiranno a potenziare la medicina preventiva e a ridurre i costi sanitari. Inoltre, i dati genetici raccolti avranno un’utilità clinica accertata e validata per la diagnosi e prevenzione di malattia, e potranno essere messi a disposizione del sistema sanitario regionale per un utilizzo in linea con il consenso libero, specifico e informato espresso dai candidati partecipanti al progetto. I benefici per la popolazione si tradurranno quindi in una salute migliore con una qualità della vita superiore e un aumento dell’aspettativa di vita in salute”.
Redazione