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Un test del sangue per diagnosticare la celiachia senza glutine nella dieta

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Uno studio australiano pubblicato su Gastroenterology mostra che un test del sangue può diagnosticare la celiachia senza reintrodurre glutine nella dieta

Presto i celiaci potrebbero non aver più bisogno di assumere grandi quantità di glutine per ottenere una diagnosi accurata. E’ quanto sostiene una ricerca, condotta da una equipe  australiana e che è stata pubblicata sulla rivista Gastroenterology, che ha dimostrato come un esame del sangue per le cellule T specifiche del glutine abbia un’elevata accuratezza nella diagnosi della celiachia. Anche quando non viene consumato glutine. La celiachia, di cui soffre circa l’1% della popolazione dei Paesi occidentali, è una malattia autoimmune in cui il glutine provoca una reazione infiammatoria nell’intestino tenue.

La scoperta che permette di evitare la reintroduzione del glutine

Gli attuali metodi di analisi (esami del sangue o gastroscopia) presuppongono che la persona abbia mangiato glutine per settimane, spesso manifestando sintomi quali diarrea, dolori addominali e gonfiore. Nonostante l’importanza di una diagnosi precoce, i ricercatori hanno affermato che molte persone sono scoraggiate perché non vogliono ammalarsi a causa degli esami. Studi precedenti hanno dimostrato che più di un caso su due di celiachia non viene diagnosticato oppure viene diagnosticato tardivamente. Questo fa pensare che ci sono milioni di persone in tutto il mondo che convivono con una celiachia non diagnosticata semplicemente perché il percorso per arrivare alla diagnosi è difficile e, a volte, debilitante. Quindi, la nuova ricerca potrebbe rappresentare un punto di svolta, contribuendo ad affrontare uno dei maggiori deterrenti nelle attuali pratiche diagnostiche.

IL-2 come marcatore immunitario chiave nella nuova diagnosi

Lo studio ha valutato il potenziale di un esame del sangue per misurare un marcatore immunitario, l’interleuchina 2 (IL-2). Nel 2019, i ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI) di Melbourne, hanno scoperto che questo marcatore aumentava i livelli nel sangue dei celiaci subito dopo l’assunzione di glutine. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di 181 volontari di età compresa tra 18 e 75 anni reclutati presso il Royal Melbourne Hospital. Tra questi, 75 persone affette da celiachia che seguivano una dieta senza glutine da almeno un anno, 13 con celiachia attiva non trattata, 32 con sensibilità al glutine non celiaca e 61 controlli che non soffrivano né di celiachia né di sensibilità al glutine.

Limiti dello studio e prossimi passi della ricerca

Utilizzando un nuovo sistema diagnostico sviluppato in collaborazione con Novoviah Pharmaceuticals, i campioni di sangue dei partecipanti sono stati mescolati con glutine per verificare se fosse presente il segnale IL-2. I ricercatosi hanno quindi scoperto che il test ha rilevato la condizione con una sensibilità fino al 90% e una specificità del 97%, anche nei pazienti che seguivano una dieta rigorosamente senza glutine. I ricercatori hanno riconosciuto i limiti dello studio, in quanto ha coinvolto partecipanti provenienti da un solo centro con sottogruppi di dimensioni relativamente ridotte e non sono stati valutati bambini e pazienti sottoposti a immunosoppressori.

Redazione