
Come Building Heritage è diventata un punto di riferimento nel real estate di lusso in Italia. Intervista esclusiva a Cinzia Romanelli su trend, strategie e visione per il futuro
Secondo una ricerca dell’Osservatorio del mercato residenziale di lusso in Italia, il settore immobiliare del lusso, nel 2024, ha fatto registrare un +4% rispetto al 2023 e, addirittura, un +6% a confronto del 2019. Questo vuol dire che, nonostante il settore, a livello globale, stia riscontrando un periodo di flessione, il luxury real estate continua a salire. E lo fa, in maniera netta, anche in Italia. Dove gli immobili, nella maggior parte dei casi, rappresentano delle proprietà iconiche, suggestive e ricche di storia. Di questo e molto altro ne abbiamo parlato con Cinzia Romanelli, founder di Building Heritage che, con una rete di oltre 35 agenti, quasi 500 immobili attualmente gestiti, per un valore che supera i 3 miliardi di euro, rappresenta un’agenzia di riferimento nel real estate di lusso e, nel 2022, è diventata partner di Forbes Global Properties in Italia.
Lei ha fondato Building Heritage – Forbes Global Properties nel gennaio 2022. Può descrivere la sua visione dell’azienda? Come ha individuato l’opportunità di mercato che ha portato alla sua fondazione e quali decisioni strategiche chiave ha preso finora?
Building Heritage nasce da una visione chiara: creare una realtà verticale, specializzata e internazionale nel segmento dell’immobiliare di lusso in Italia. Ho visto l’opportunità di colmare un vuoto, quello di un’offerta integrata, professionale e su misura, capace di assistere clienti globali con standard di eccellenza sia nella consulenza immobiliare che in quella legale e fiscale. Abbiamo costruito un team multilingue e multidisciplinare che include esperti in diritto immobiliare, fiscalisti, architetti e property managers, per accompagnare ogni cliente dalla due diligence iniziale fino al post-vendita. Le scelte strategiche chiave sono state la partnership esclusiva con Forbes Global Properties, la selezione accurata di immobili che incarnano il lifestyle italiano e l’apertura a mercati esteri ad alto potenziale, dagli USA al Medio Oriente.

Building Heritage è una realtà di real estate che ha come missione quello di fornire il miglior servizio al cliente. Quali immagini e valori volete che il vostro marchio evochi, in particolare per quanto riguarda il “Made in Italy”? Come approcciate e seguite un nuovo potenziale cliente?
Il nostro brand è pensato per evocare eccellenza, autenticità, eleganza e affidabilità. Il Made in Italy per noi significa non solo bellezza architettonica, ma anche cultura, stile di vita, artigianalità e valore nel tempo. Ogni nuovo cliente viene seguito da un team dedicato, in base alla lingua e al profilo culturale: il nostro approccio è sartoriale, basato sull’ascolto, sulla riservatezza e su una consulenza concreta e trasparente. Lavoriamo per semplificare un processo complesso, offrendo un’unica regia tra aspetti legali, tecnici e fiscali, garantendo tempi certi e una customer experience senza attriti.
Qual è l’andamento del mercato immobiliare di lusso in Italia? E in questo mercato dove si posiziona Building Heritage?
Il mercato del lusso in Italia ha dimostrato una resilienza straordinaria, attratto da acquirenti internazionali in cerca di bellezza, stabilità e beni rifugio di valore. Location come la Toscana, Roma, il Lago di Como e la Costiera Amalfitana continuano a catalizzare investimenti da parte di HNWI. Building Heritage si posiziona nel segmento super-prime, dove conta la qualità più che la quantità. La nostra forza è nella curatela delle proprietà e nella capacità di offrire asset unici, spesso invisibili sul mercato tradizionale. Non siamo semplici intermediari: siamo advisor strategici con una visione a lungo termine.
Quali sono i mercati di riferimento per la vostra agenzia? Da dove arrivano i vostri clienti?
I nostri clienti arrivano principalmente dagli Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Emirati Arabi e Paesi nordici, ma stiamo riscontrando un interesse crescente anche da Sud America e Asia. Sono imprenditori, investitori, famiglie internazionali in cerca di una seconda casa o un asset strategico nel cuore dell’Europa. Grazie alla piattaforma Forbes Global Properties, raggiungiamo un’audience globale altamente profilata, ma il nostro punto di forza resta la relazione umana e la cura personale in ogni trattativa.
In questo momento avete delle proprietà con storie particolari?
Sì, molte delle nostre proprietà hanno una storia da raccontare. Stiamo attualmente promuovendo una residenza privata in una villa medicea nei dintorni di Firenze, appartenuta a una storica casata fiorentina. Abbiamo anche però creato dei dipartimenti specializzati in investimenti hospitality palazzi e commerciali e uno dedicato al mondo wineries per supportare sia chi cerca asset di questo genere sia chi vende. Ogni proprietà è selezionata non solo per il valore immobiliare, ma per il suo valore emozionale e culturale: ciò che cerchiamo è autenticità, anima e unicità.

Building Heritage si concentra in modo particolare su immobili storici che rappresentano lo stile di vita italiano di lusso, attingendo a oltre due decenni di esperienza. In che modo questo approccio specializzato differenzia Building Heritage nel mercato e come state innovando per rimanere al passo con le tendenze del settore?
La nostra specializzazione in immobili storici ci rende unici. Non si tratta solo di vendere bellezza, ma di proteggere e valorizzare il patrimonio culturale italiano. Collaboriamo con sovrintendenze, architetti del restauro e fondi internazionali che hanno come obiettivo la conservazione attiva del territorio. Innoviamo attraverso l’uso di tecnologia, big data e AI per offrire stime dinamiche, analisi predittive e percorsi di investimento consapevoli. E stiamo sviluppando strumenti digitali per la gestione post-acquisto: dai servizi di property management alle ristrutturazioni chiavi in mano.
Con oltre 20 anni di esperienza nel settore immobiliare e una specializzazione in immobili di lusso e investimenti, in che modo il suo background precedente influenza il suo stile di leadership e il suo approccio a questa impresa?
Arrivo dal mondo dell’informatica, quindi il mio approccio è rivolto sempre al pragmatismo, organizzando il lavoro e le strategie su una base concreta di prospettive. Il mio background mi ha insegnato che nel real estate di fascia alta non basta la conoscenza tecnica: servono visione, resilienza e leadership empatica. Ho sempre creduto nella centralità della persona, cliente o collaboratore che sia, e nella forza di un approccio etico e long-term. Guidare Building Heritage per me significa ispirare il team con una cultura della qualità, della precisione e della bellezza. Ogni giorno investo nella formazione continua, nel miglioramento dei processi e nella cura delle relazioni.
Quali sono, secondo lei, gli scenari del mercato immobiliare di lusso in Italia?
Vedo tre tendenze principali: crescita dell’interesse internazionale, soprattutto da parte di HNWI in fuga da scenari geopolitici instabili; domanda sempre più selettiva e consapevole, orientata a immobili sostenibili, restaurati, con servizi integrati; investitori alla ricerca di valore culturale, non solo finanziario e, sotto questo punto di vista, l’Italia rappresenta una destinazione di “legacy investment”. In questo scenario, Building Heritage si propone come partner di fiducia, capace di offrire competenza, visione e accesso a opportunità irripetibili.
Annachiara Albanese