
Drastici tagli alla sanità in Argentina: ospedali in crisi, farmaci sospesi, malati cronici senza cure. L’effetto Millei sulla salute pubblica
Un sistema sanitario pubblico e gratuito per decenni ha garantito agli argentini che non avevano una assicurazione privata di potere accedere praticamente a tutte le cure mediche di cui avevano bisogno. Oggi sembra sia passato un secolo da quel tempo, perché con l’arrivo di Javier Millei alla presidenza della repubblica, eletto anche grazie alla promessa di eliminare la devastante inflazione, sono scattate le sue politiche di tagli alla spesa pubblica, quindi anche quella sanitaria, una delle cause dell’enorme deficit di bilancio dello Stato.
Ma il programma di dura austerità del presidente, un economista radicale, ha avuto un impatto brutale sugli ospedali pubblici del paese e sulla sua popolazione di pazienti poveri, pensionati e disoccupati che hanno perso l’accesso a cure vitali. Insomma, le riforme, se hanno raddrizzato la fragile barchetta dei conti pubblici, si sono abbattute su quella parte degli argentini che non hanno risorse e che in passato avevano goduto dell’aiuto di uno Stato che oggi sembra avere loro girato le spalle. Gli effetti delle politiche di Millei si sono tradotti in licenziamenti radicali e profondi tagli alla spesa, che hanno smantellato importanti agenzie sanitarie federali.
DADSE chiusa: oncologici senza farmaci
Basta solo citare la decisione di Millei di sospendere ogni attività dell’agenzia governativa DADSE, che forniva farmaci dai costi proibitivi a pazienti oncologici non assicurati e ad altri affetti da malattie rare, ha lasciato migliaia di argentini senza cure salvavita. I cambiamenti hanno costretto i pazienti a cercare aiuto al di fuori del sistema sanitario tradizionale. Alcuni riescono di nascosto a ottenere donazioni di farmaci di riserva tramite gruppi Facebook. Altri non sono così fortunati. Una causa intentata da associazioni di difesa dei pazienti ha affermato che almeno 60 pazienti oncologici sono morti l’anno scorso a causa della sospensione del programma di farmaci DADSE da parte del governo. Un giudice federale ha ordinato al governo di riprendere le consegne di farmaci, ma lo Stato ha presentato ricorso, affermando che il DADSE non esiste più. Le autorità centrali hanno anche smantellato il National Cancer Institute, sospendendo i programmi di diagnosi precoce del tumore al seno e al collo dell’utero.
Ospedali pubblici saturi e personale al limite
Guardando ai numeri, dal suo ingresso nel palazzo presidenziale, la Casa Rosada, nel dicembre del 2023, Milei ha tagliato il bilancio sanitario argentino del 48% in termini reali. La sua amministrazione ha licenziato oltre 2.000 dipendenti del Ministero della Salute – quasi un quarto della sua forza lavoro – di cui 1.400 in pochi giorni a gennaio. I dipendenti descrivono la peggiore crisi finanziaria nella storia recente del ministero e affermano che i licenziamenti hanno permesso una recrudescenza di malattie che prima erano sotto controllo. La Direzione Nazionale per l’HIV, l’Epatite e la Tubercolosi, ad esempio, ha perso il 40% del personale e il 76% del suo budget annuale. Gli ospedali ora si trovano ad affrontare carenze di tutto, dalle forniture per i test virali ai farmaci ai preservativi. I pazienti affetti dalla forma di HIV quasi totalmente resistente ai farmaci affermano di non essere curati.
HIV, TBC e sifilide in aumento
I tagli hanno coinciso con un’impennata delle infezioni sessualmente trasmissibili. Lo scorso anno i casi di HIV sono aumentati del 20% e quelli di sifilide del 50%. Anche i casi di tubercolosi sono aumentati del 25% lo scorso anno. Le cliniche per la tubercolosi segnalano ritardi nell’ottenimento dei risultati dei test e affermano che i familiari delle persone infette non vengono sottoposti a terapia preventiva.
Una delle conseguenze delle politiche da ”sangue, sudore e lacrime” di Millei è quella che il governo ha ridotto la copertura sanitaria per i pensionati e ha revocato i controlli sui prezzi dei farmaci da prescrizione e dei piani sanitari privati, provocando un aumento dei prezzi rispettivamente del 250% e del 118%. Gli ospedali pubblici gratuiti sono stati quindi inondati di argentini che hanno abbandonato i loro piani sanitari privati a causa dell’aumento dei premi o che hanno perso il lavoro e, con esso, i piani di previdenza sociale finanziati attraverso i contributi previdenziali.
Chi paga davvero il costo dell’austerità?
Con le assunzioni bloccate, i medici hanno dichiarato di gestire il doppio dei pazienti rispetto a un paio di anni fa. Assediato dal burnout del personale e da carichi di lavoro in continuo aumento, il principale ospedale pediatrico pubblico argentino Garrahan di Buenos Aires ha perso 200 medici da quando Milei ha assunto l’incarico.
Con l’inflazione annua vicina al 200% lo scorso autunno , i loro stipendi hanno perso metà del loro potere d’acquisto. I medici se ne sono andati per lavori all’estero o per lavori meglio retribuiti in cliniche private. Nessuno è stato sostituito. Proteste di massa e scioperi dei medici sottopagati hanno paralizzato Buenos Aires il mese scorso.
Annachiara Albanese