
Progetto “Una mano per la vita”: Fondazione Just Italia dona oltre 240.000 euro per salvare gli adolescenti a rischio
Con oltre 240.000 euro raccolti, la Fondazione Just Italia sostiene il progetto “Una mano per la vita”. Un’iniziativa destinata agli adolescenti a rischio di comportamenti estremi, come autolesionismo e suicidio. Un’azione concreta di prevenzione e cura, che prende il via nelle Marche ma punta ad estendersi a livello nazionale.
Secondo Unicef e OMS, il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i 15 e i 29 anni. Mentre dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza parlano di 2 ragazzi su 10 che mettono in atto comportamenti autolesivi, con picchi oltre il 50% nella fascia 13-18 anni. Di fronte a questi numeri allarmanti, il progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Pagefha Onlus (Ascoli Piceno) in collaborazione con la Cooperativa Sociale Lella 2001 (Grottammare), rappresenta una risposta tempestiva ed efficace.
Supporto psicologico, accoglienza e coinvolgimento delle famiglie
Il progetto prevede l’immediata presa in carico dei minori, di età compresa tra 11 e 18 anni. Segnalati da consultori, centri di neuropsichiatria infantile e servizi sociali. I giovani verranno accolti in centri protetti dove potranno seguire percorsi psicoterapeutici personalizzati. Centrale anche il coinvolgimento delle famiglie, spesso impreparate ad affrontare situazioni di emergenza psicologica.
Come nasce il progetto e perché Just Italia ha scelto di sostenerlo
La Fondazione Just, espressione dell’omonima azienda di cosmetici naturali svizzeri distribuiti a domicilio, ha selezionato il progetto tramite un bando nazionale e il voto di oltre 29.000 incaricati alla vendita. Il sostegno si concretizza grazie alla Vendita Speciale dei set benefici, con 2 euro devoluti per ogni set venduto. L’iniziale contributo garantito di 200.000 euro è stato superato grazie all’eccezionale partecipazione dei clienti, raggiungendo quota 242.842 euro.
“L’iniziativa ci ha toccati nel profondo – spiegano Marco Salvatori e Daniela Pernigo, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione –. Non a caso è stata chiamata ‘Una mano per la vita’: è un progetto che salva vite e ricostruisce speranze, sia per i ragazzi che per le loro famiglie”.
Un modello nazionale di prevenzione per il disagio giovanile
Il progetto rappresenta un modello replicabile su scala nazionale, volto a costruire una rete solida tra enti pubblici, strutture sanitarie e organizzazioni del terzo settore. Un tassello importante nella lotta al disagio psichico minorile, un tema ancora troppo spesso sottovalutato, ma che sta emergendo con urgenza drammatica nel panorama post-pandemico.
Annachiara Albanese