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Gli italiani vogliono rallentare: meno digitale e più tempo per mangiare bene insieme

tavola e cibo

Dal Rapporto Censis-Camst emerge una nuova idea di benessere: meno smartphone, più convivialità e pause pranzo di qualità nei luoghi di lavoro

In un’Italia sempre più affaticata dall’accelerazione digitale e da giornate scandite da notifiche e ritmi frenetici, cresce il bisogno di riconnettersi con il proprio tempo e con i piaceri della tavola. A rivelarlo è il nuovo rapporto “Il tempo e il cibo. La food obsession tra rappresentazione dei media e comportamenti di consumo”, realizzato da Censis per Camst Group in occasione dell’80° anniversario dell’azienda di ristorazione, presentato oggi a Palazzo Re Enzo a Bologna durante l’evento “Il tempo sottile”.

Secondo l’indagine, oltre il 76% degli italiani desidera avere più tempo per sé, soprattutto da dedicare al cibo: cucinare con calma, sedersi a tavola in compagnia, fare la spesa in modo consapevole. Tuttavia, la realtà è ben diversa: in media si dedicano solo 60 minuti ai pasti nei giorni feriali (28 al pranzo, 32 alla cena), e appena 24 alla pausa pranzo.

“Gli italiani risentono dell’accelerazione dei ritmi di vita imposti dal digitale, nel mentre lo smartphone esercita un’attrazione fatale colmando ogni istante libero”, ha spiegato Massimiliano Valerii, consigliere delegato del Censis. “Una migliore qualità della vita significa avere più tempo per sé stessi e per le relazioni con gli altri”.

Il cibo come rifugio nella società della performance

Nonostante il 95% degli italiani consideri importante il tempo passato a tavola, la “carestia di tempo” è ormai una condizione diffusa: il 62% non riesce a completare le proprie attività quotidiane e oltre l’83% prova ansia per questo. Il cibo, in questo contesto, assume il ruolo di antidoto alla frenesia e strumento di benessere sociale.

Eppure, a fronte di una forte presenza mediatica del food (84% degli italiani cerca contenuti online sul tema e 14 milioni seguono programmi culinari), i momenti reali dedicati alla cucina e alla convivialità continuano a ridursi. Da qui nasce un senso di frustrazione e nostalgia: il 65% è convinto che un tempo si riuscisse a stare più a lungo a tavola con la propria famiglia.

Pausa pranzo: oasi di benessere (e produttività)

Tra i lavoratori, il 97% fa una pausa pranzo, ma solo il 3,3% riesce a dedicargli più di un’ora. La media resta sui 24 minuti. Tuttavia, l’86% considera questo momento fondamentale per il benessere personale e quasi il 90% crede che incida positivamente anche sulla produttività.

Non è un caso che, secondo il rapporto, l’85% dei lavoratori auspichi mense aziendali accoglienti e ben organizzate, con cibo sano, ambienti curati e orari flessibili: vere e proprie “caffetterie del benessere” in grado di attrarre e fidelizzare talenti.

“Nei contesti di lavoro emerge chiaramente che una pausa di qualità è importante per il benessere delle persone”, ha dichiarato Francesco Malaguti, presidente di Camst group. “Per noi il tempo è ciò che si può trasformare in valore per sé e per gli altri”.

Più tempo per vivere meglio

La ricerca Censis-Camst tratteggia il profilo di un’Italia che vuole liberarsi dalla logica della performance e tornare a vivere con lentezza. In questo quadro, il cibo non è più solo nutrizione, ma cultura, identità e relazione.

È nella lentezza di una cucina fatta in casa, in una cena con amici o in una pausa pranzo ben vissuta che si riscopre il vero significato del tempo di qualità, oggi sempre più raro e prezioso.