
Secondo Fondazione Veronesi, il 61% degli italiani è esposto a contenuti sanitari di informazione. Ma preoccupano disinformazione e fonti poco trasparenti.
Un’indagine realizzata da AstraRicerche per conto di Fondazione Veronesi conferma un bisogno crescente d’informazione sul tema della salute. Secondo i dati della ricerca, quasi due terzi della popolazione (61,6%) è regolarmente esposta a contenuti su salute e benessere, attraverso canali di comunicazione estremamente eterogenei.
Chi cerca informazioni e perché: prevalgono i giovani adulti
Più esposti risultano i giovani adulti (25-34 anni) e chi vive con minori. Le informazioni sulla salute raggiungono un’ampia fetta della popolazione anche senza uno sforzo attivo di ricerca: se il 26,8% le ricerca volontariamente, ben il 42,2% le trova senza cercarle (in particolare i 25-34enni). A guidare la ricerca non è solo la curiosità, ma la necessità di orientarsi nella vita quotidiana: dai disturbi alimentari all’influenza, dalle problematiche psicologiche alla prevenzione. Oltre il 64% degli italiani cerca consigli per restare in salute (in particolare donne 35-44enni e uomini 25-34enni), rispetto al 52,2% che cerca notizie su terapie e trattamenti e il 48,2% su diete e problemi alimentari.
Chi sono le fonti più affidabili per i cittadini
Uno degli aspetti più significativi emersi dall’indagine è la richiesta trasversale di informazione chiara, utile, trasparente e libera da interessi commerciali: il 79,7% degli intervistati ritiene molto/abbastanza importante che la fonte non sia legata ad aziende o brand (le donne più degli uomini).
Il web è lo strumento più utilizzato per cercare informazioni, ma la fiducia resta ancorata alle figure professionali: medici di base e specialisti sono considerati le fonti più affidabili (oltre il 68% complessivo). Il medico e i centri medici rimangono il punto di riferimento nella ricerca di informazioni relative a malattie, trattamenti, terapie (54,0%: dato che cresce al crescere dell’età).
Le fake news più diffuse nel campo oncologico
Su alcuni argomenti, come i tumori, c’è una percezione diffusa di disinformazione che può minare la fiducia nelle fonti, talvolta anche quelle ufficiali. Alla domanda “È vero che sono spesso diffuse notizie false sui tumori?”, l’11,2% pensa che sia molto vero e il 44,1% abbastanza vero (percezione diffusa maggiormente tra i 25-34enni).
La maggior parte degli intervistati ritiene che notizie false siano spesso diffuse, in particolare su “cure miracolose” non validate (rimedi “naturali”, senza chirurgia/chemioterapia/radioterapia per i tumori 45,3%), teorie del complotto legate all’industria farmaceutica (esistenza di una cura per il tumore tenuta segreta dalle Case Farmaceutiche perché vogliono fare business sulle cure attualmente disponibili 41,1%) e connessioni non scientifiche.
Redazione