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Australia, fallisce l’accordo per la salute mentale: “Sistema frammentato, urgono riforme”

salute mentale

La Commissione per la produttività definisce “inadatto allo scopo” l’attuale piano nazionale per la salute mentale e la prevenzione del suicidio. Cresce l’allarme tra famiglie e operatori

n Australia, il piano nazionale pensato per migliorare la salute mentale e contrastare il suicidio non ha funzionato. È questo il duro giudizio contenuto nel rapporto provvisorio della Commissione australiana per la produttività, che definisce l’Accordo nazionale sulla salute mentale e la prevenzione del suicidio come “fondamentalmente imperfetto” e “inadatto allo scopo”.

Firmato nel 2022 tra il governo federale e i governi statali e territoriali, l’accordo aveva suscitato aspettative importanti, ma non ha prodotto alcun miglioramento reale. Il sistema resta, secondo la Commissione, inaccessibile, insostenibile e frammentato, soprattutto per i cittadini più vulnerabili.

Obiettivi ambiziosi, risultati assenti

Il piano prevedeva obiettivi strategici:

  • ridurre i suicidi e l’autolesionismo,
  • migliorare il benessere psicologico dei gruppi svantaggiati,
  • incrementare l’aspettativa di vita per chi soffre di disturbi mentali,
  • promuovere interventi precoci e supporto post-dimissione,
  • costruire una rete di centri di salute mentale Medicare e siti di “intervento di distress”,
  • rafforzare l’assistenza telefonica e territoriale.

Tuttavia, nessuna di queste misure ha prodotto cambiamenti sistemici.

Purtroppo abbiamo scoperto che ci sono grandi ambizioni, ma le azioni intraprese non sono mai state in grado di realizzare quegli obiettivi”, ha dichiarato Angela Jackson, economista e membro della Commissione. “È impossibile apportare cambiamenti radicali con l’accordo attuale: i risultati sono troppo ampi, non misurabili, e senza un’anima concreta”.

Un sistema sanitario in crisi

La crisi della salute mentale in Australia è aggravata dalla crescente complessità dei disturbi psichiatrici e dall’incapacità del sistema di fornire assistenza tempestiva. I principali ostacoli?

  • carenza cronica di personale,
  • mancanza di posti letto nei reparti psichiatrici ospedalieri,
  • assenza di percorsi di reintegrazione post-dimissione.

Inoltre, secondo la Commissione, permane un forte stigma intorno ai temi del suicidio, tanto che molti evitano di parlarne anche con i medici. “C’è ancora uno stigma nei confronti delle conversazioni con un medico sul suicidio”, ha osservato il commissario Selwyn Button, criticando l’approccio disorganico del piano: “Una somma di iniziative isolate non fa un sistema”.

Le fasce più colpite: aborigeni e persone escluse dall’NDIS

I dati sono particolarmente allarmanti per le popolazioni indigene: il tasso di suicidi tra aborigeni e isolani dello Stretto di Torres è peggiorato tra il 2018 e il 2023.

A peggiorare il quadro è il vuoto di assistenza lasciato dall’introduzione del National Disability Insurance Scheme (NDIS). Molte persone con disagio psicosociale non clinicamente grave non hanno accesso al NDIS e sono rimaste prive di qualunque forma di supporto. Si stima che circa 500.000 persone siano escluse dai finanziamenti, con gravi ripercussioni.

Una priorità assoluta deve essere il finanziamento del sostegno psicosociale per chi è escluso dal NDIS”, ha ribadito Angela Jackson, sottolineando l’importanza di aiuti non clinici, come l’accompagnamento nella vita quotidiana o il collegamento con i servizi adeguati.

L’accusa delle famiglie: “Ci avete lasciati soli”

Il disagio è vissuto ogni giorno da migliaia di famiglie, come quelle del Nuovo Galles del Sud, che hanno denunciato pubblicamente l’abbandono dei propri cari da parte del sistema sanitario proprio nei momenti più critici. Anche i medici lanciano l’allarme: “La crisi è destinata a peggiorare”.

Per rispondere a queste criticità, la Commissione per la produttività propone di prorogare la scadenza dell’attuale accordo (luglio 2026) al 2027, così da dare il tempo di progettare un nuovo piano, elaborato insieme a pazienti, operatori socio-sanitari e fornitori di servizi.

Redazione