
Alla Camera dei deputati, specialisti e istituzioni riuniti per affrontare la lombosciatalgia: prevenzione, diagnosi accurate e cure mininvasive
Colpisce circa 8 milioni di italiani, rappresenta la prima causa di assenza dal lavoro e ha un impatto economico e sociale enorme: la lombosciatalgia è una patologia ad altissima incidenza tra i 30 e i 50 anni, e viene oggi considerata una vera malattia sociale. Per affrontare il problema, si è tenuto presso la Camera dei deputati il convegno “Lombosciatalgia: emergenza globale”, promosso dal neurochirurgo Alberto Alexandre, fondatore di EU.N.I – European Neurosurgical Institute e referente Nord Est della società scientifica SIMCRI.
Organizzato con il supporto dell’Associazione Nazionale Garante Giustizia e Sanità (ANGGS), l’incontro ha visto la partecipazione di esponenti del Ministero della Salute e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, oltre ai rappresentanti del mondo accademico e medico-scientifico. Obiettivo: presentare un modello clinico innovativo che promette di migliorare le diagnosi, ridurre gli interventi chirurgici invasivi e contenere la spesa sanitaria.
Il “modello Lodi”: meno interventi demolitivi, più precisione e trattamenti mininvasivi
Al centro del dibattito l’esperienza ventennale dell’Ospedale di Lodi e della struttura di Villa Erbosa a Bologna, legata all’Istituto Ortopedico Rizzoli. Il team guidato dal prof. Alexandre ha sviluppato un reparto specialistico pubblico che si distingue per l’accuratezza della diagnosi e l’appropriatezza terapeutica, fondamentali per stabilire il trattamento più efficace e meno invasivo.
“Come in un puzzle, tutto deve incastrarsi: presa in carico, esami diagnostici mirati e risposta clinica personalizzata”, ha sottolineato il prof. Alexandre.
Grazie a questo approccio, il 15% dei pazienti ha evitato interventi di chirurgia demolitiva maggiore, potendo contare invece su tecniche avanzate come la neurolisi endoscopica e l’ozonoterapia, che hanno restituito salute e possibilità di rientro lavorativo a molti pazienti. I casi più gravi, nei quali l’intervento chirurgico resta l’unica opzione, sono stati trattati in modo mirato, come ha illustrato il prof. Massimiliano Visocchi del Policlinico Gemelli.
Un risparmio per il SSN e un’opportunità per il Paese
Il cosiddetto “modello Lodi” ha prodotto benefici misurabili: recupero della funzionalità nei pazienti, razionalizzazione dei DRG (Diagnosis Related Groups) e riduzione dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Oggi questo modello viene proposto ai Ministeri della Salute e del Lavoro come standard replicabile su scala nazionale.
“Una gestione corretta dei percorsi di diagnosi e cura incide sulla salute del cittadino e sulla sostenibilità del sistema”, ha ribadito Alexandre.
Prevenzione, alimentazione e integratori: le nuove sfide
Nel corso del convegno è stato dato spazio anche al tema della prevenzione, leva strategica per ridurre l’incidenza della lombosciatalgia e delle patologie correlate. Il prof. Giorgio Calabrese, presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute, ha evidenziato l’importanza di una corretta alimentazione e dell’uso mirato degli integratori come supporto alle cure convenzionali.
Le istituzioni: attenzione alta sul tema
All’incontro hanno partecipato rappresentanti politici e istituzionali di primo piano, tra cui:
- Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
- Lorenzo Malagola, Segretario XI Commissione Lavoro
- Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento Prevenzione e Ricerca del Ministero della Salute
- Mauro Nori, Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro
- Paolo Nesta, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma (patrocinatore dell’evento)
- Raoul Saggini, professore di Medicina Fisica e Riabilitativa (Università eCampus)
Moderatore del dibattito è stato il giornalista ed ex europarlamentare Ernesto Caccavale.
Annachiara Albanese