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Medici di famiglia: la soluzione innovativa alle carenze sul territorio

Medico di famiglia in visita domiciliare a paziente anziano in area interna

Nelle aree interne cresce il bisogno di assistenza. La Simg propone la valutazione multidimensionale per una medicina davvero centrata sulla persona


di Federica Troiani

L’Italia è un Paese che invecchia sempre più. Gli ultra 65enni sono 15 milioni, di cui la metà con oltre 75 anni. Inoltre, molti anziani vivono in aree difficili da raggiungere: piccoli centri, talvolta isolati, sulle montagne, difficili da arrivarci. Una serie di circostanze che rende complicato per i medici di famiglia prendersi cura proprio di chi ne avrebbe più bisogno. Questa difficoltà sopraggiunge in una fase in cui la Medicina generale sta attraversando profonde trasformazioni.

La valutazione multidimensionale del paziente anziano

Per far fronte a questa situazione servono nuovi strumenti, oltre naturalmente alla digitalizzazione: la Valutazione multidimensionale del paziente anziano, ossia un’analisi che prenda in considerazione complessivamente gli aspetti clinici, psicologici e sociali, risponde proprio a questa esigenza.

È uno degli spunti emersi nel 10° Congresso Interregionale Simg Centro (Società italiana dei medici di medicina generale delle cure primarie) intitolato “La realtà delle cure primarie e la loro proiezione futura: il ruolo della Simg”. A incidere maggiormente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dell’anziano non è tanto la multimorbilità (ossia la presenza di diverse malattie) ma lo stato di disabilità determinato dalla fragilità. Identificare la popolazione fragile permette di definire un percorso di cura specifico. Si parla quindi di una “medicina della complessità”, che presta attenzione ai bisogni “globali” della persona e non alle sole malattie, prendendo in considerazione complessivamente aspetti clinici, psicologici e sociali per la definizione di percorsi diagnostici e terapeutici su misura, con l’obiettivo di migliorare le prognosi e limitare ospedalizzazioni e ricoveri nelle Rsa.

Il carico sui medici di famiglia

Uno strumento come la Valutazione multidimensionale ha particolare rilievo in alcuni specifici contesti geografici. “Abruzzo, Marche, Molise, Umbria sono regioni che si contraddistinguono per la forte presenza di piccoli comuni, spesso mal collegati, aree interne difficili da raggiungere, con una forte discrepanza nella densità tra le città e le zone rurali”, ha spiegato Gabriella Pesolillo, responsabile scientifica del Congresso Simg Interregionale e segretario Simg Abruzzo, una delle regioni più anziane d’Italia, con addirittura 595 ultracentenari. “Per questa conformazione del territorio – ha aggiunto – le zone periferiche spesso non sono adeguatamente coperte dalla Medicina generale, che sta a sua volta conoscendo una riduzione di personale. La difficoltà emerge soprattutto nelle visite domiciliari: lo stesso medico di famiglia talvolta deve percorrere lunghi tratti per spostarsi da un paesino all’altro. Riducendo così il numero di visite.

Oltre la patologia: la medicina della complessità

Con la Valutazione multidimensionale cambia la prospettiva: il paziente non viene considerato solo sulla base delle patologie che lo affliggono, ma anche dal punto di vista sociale, psicologico, familiare, prevedendone così la fragilità. La stessa malattia, a esempio una bronchite, può avere un decorso diverso nelle persone di pari età e con lo stesso quadro clinico ma con diverse situazioni”.

La Simg è impegnata da anni nell’offerta di un’ampia rosa di strumenti ai medici di famiglia. Il culmine di questi sforzi è giunto con le Linee guida per la valutazione multidimensionale, promosse dalla Simg e dalla Società italiana di geriatria ospedale e territorio (Sigot), con il supporto metodologico dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e il contributo di 25 società scientifiche.

Una medicina olistica per la persona, non per la malattia

“L’azione della Simg parte da molto lontano ben prima del Dm77 del 2022 – ha evidenziato Pierangelo Lora Aprile, segretario scientifico Simg – Per questo, Simg ha validato uno strumento di screening per identificare e stratificare le persone fragili. Infatti, diventa importante programmare interventi personalizzati centrati sugli assistiti con fragilità lieve e moderata per rallentare l’evoluzione verso l’alta fragilità utilizzando strumenti di Valutazione multidimensionale validati secondo le Linee guida nazionali. Quando la fragilità diventa molto alta, a esempio nei malati che si avvicinano alla fine della vita, assumono rilevanza interventi specifici che hanno come obiettivo l’accompagnamento dei malati, identificandone desideri e preferenze. Si passa quindi da una medicina finalizzata a trattare la malattia a una medicina olistica finalizzata alla salute della persona nella sua interezza”.

Tra le iniziative recenti, va ricordato il Progetto Radar: comorbilità, fragilità, valutazione multidimensionale, piano individuale di cura, che identifica un percorso formativo nelle cure primarie per identificare i pazienti fragili, stratificando la popolazione secondo i diversi gradi di fragilità, pianificando e personalizzando le cure in ragione dei domini evidenziati carenti dalla Valutazione multidimensionale”, ha precisato Lora Aprile.

Nuove competenze per la medicina generale

Il progetto ha obiettivi ambiziosi – ha evidenziato – proporre alle Regioni una governance del processo di cura delle persone fragili, identificando criteri, indicatori e standard per il monitoraggio del percorso di presa in carico. Questo progetto si concretizza con un percorso formativo per medici di Medicina generale particolarmente motivati ad acquisire ‘nuove competenze’ nell’ambito di quella che abbiamo chiamato ‘Medicina della Complessità’, attraverso la Certificazione da parte degli organismi ministeriali competenti. La Simg ha formato finora quaranta esperti offrendo l’opportunità di continuare questi percorsi formativi a livello regionale in modo da avere almeno un medico di famiglia esperto ogni 100mila abitanti”.