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DONNE, UN MODELLO PER L’ETA’ FRAGILE

ROMA 7 MARZO 2021 APERTURA ALLA CLINICA SANTA FAMIGLIA, IL LABORATORIO "CONSAPEVOLMENTE ADOLESCENTE" NELLA FOTO

LA CHIAVE DELL’ACCOGLIENZA NELLA RICETTA DELLA “SANTA FAMIGLIA”

di Giosetta Ciuffa

Un team multidisciplinare di dottoresse, attive nella Casa di cura Santa Famiglia (unica mono-specialistica in ostetricia e ginecologia) per rispondere allo stress di un’età delicata come l’adolescenza, foriera di cambiamenti e di domande che spesso sembrano senza risposta.

“In Santa Famiglia nasce l’esigenza di dedicarsi ad un’età fragile della donna di cui poco si occupa la sanità italiana. Crescere oggi è molto complesso ed è ancora più difficile per un genitore gestire un’adolescente. Ho ideato quindi un ambulatorio multidisciplinare per accompagnare nella crescita queste ragazze, che in branco sembrano indistruttibili, ma sappiamo quanto siano insicure se prese singolarmente. Nella Casa di Cura Santa Famiglia, si viene avvolti da un abbraccio mentale prima che fisico, laddove c’è la consapevolezza che la nascita di alcune difficoltà è anzitutto emotiva; la chiave è l’accoglienza”. Così descrive l’iniziativa Donatella Possemato, amministratrice delegata della struttura sanitaria,  una clinica dedicata alle donne e guidata da una donna, che mette a fattore  comune le competenze di uno staff tutto al femminile, proprio per porre le teenager a loro agio e accompagnarle lungo un cammino basato sulla fiducia in un momento in cui il bullismo è una piaga sociale e l’isolamento, l’online al posto dell’onlife, l’ansia e la depressione possono far crollare psicologicamente personalità in fieri come quelle delle appartenenti alle generazioni cosiddette Zeta ed Alpha.

Anteprima ne è stata la giornata di presentazione, con numerosi incontri e colloqui, che la psicologa Federica Gentile riassume così: “Al primo appuntamento, ginecologa e psicologa, incontrano paziente e mamma. È infatti meglio avvicinarsi al dialogo insieme a queste ultime, affinché comprendano che si tratta di un contesto sicuro nel quale trovare dei punti di riferimento tra le professioniste, poiché a volte sono più spaventate le mamme delle figlie.

 L’ecografia della ginecologa ci aiuta nella prima diagnosi strumentale, che viene da lei stessa delicatamente spiegata, durante la visita è  presente anche  la psicologa per intervenire in caso di lieve disagio, normale durante una prima visita essendo l’ambulatorio dedicato a ragazze dai 12-13 anni fino ai 18”.

Vivere gli anni “verdi” in questo periodo storico certo non aiuta: l’isolamento forzato ed il rapporto con i coetanei venuto a mancare a causa della pandemia, hanno pesanti ripercussioni sulla psiche delle giovani, soggette spesso a disturbi del comportamento alimentare che “se non trattati adeguatamente, aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e della psiche stessa, nei casi più complessi, possono portare alla morte – sottolinea la dottoressa Possemato – Proprio per questa ragione all’interno della Casa di Cura Santa Famiglia è attivo un servizio di consulenza nutrizionistica e psicologica”.

Specifica la psicologa Noemi De Lumè, come in questo periodo di pandemia gli adolescenti stiano perdendo il controllo della realtà e, per reazione, abbiano iniziato a controllare l’alimentazione. L’uso spropositato dei social, l’assenza di attività sportiva, la presenza di cibo in casa, la difficoltà a controllarsi hanno incrementato del 30% i disturbi alimentari.

 Tuttavia, come osserva la dottoressa Possemato, “la sinergia di più professionalità permette una diagnosi precoce ed il disturbo alimentare, appena individuato appena individuato, viene curato sul nascere con un approccio multidisciplinare”.

La cura e la specifica attenzione rivolta alle giovani ed al disturbo alimentare sono le nostre grandi sfide: questa subdola e complessa patologia, ad oggi rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani.

In Italia, purtroppo – rileva la dott.ssa Possemato – esistono pochissime strutture attive nella riabilitazione di questa patologia che rappresenta un malessere dell’anima, un vuoto emotivo, una fame di amore che non viene purtroppo diagnosticata con esami strumentali ma solo con specifici e dedicati percorsi terapeutici.

Secondo la nutrizionista Arianna Micozzi, la disciplina di una corretta alimentazione è prevenzione verso questo tipo di malattie e patologie correlate in eccesso e in difetto, con un rischio da una parte di bulimia e binge eating (alimentazione incontrollata e dall’altra di anoressia”.

 I problemi che impattano più frequentemente sull’autostima riguardano la gestione del peso e dell’immagine corporea, aspetti importanti in quanto permettono di relazionarsi in modo equilibrato con gli altri in un’età che punta sull’immagine e sull’idea di perfezione estetica.

 Laddove le ragazze rimangono sole e non hanno la possibilità di relazionarsi con le compagne, il cibo è vissuto come rifugio e scarico emotivo, accresciuto dalla fase pandemica, ma in genere nella delicata età adolescenziale.

Da tutti riconosciuto come un un centro nascite di eccellenza, la Casa di Cura   Santa Famiglia è in prima linea nella battaglia contro la denatalità, prefiggendosi di preservare la fertilità sin dall’adolescenza.

 Spiega la ginecologa Valentina De Pratti: “Seguiamo il percorso della donna dalle prime esperienze con il proprio ciclo, per imparare a conoscersi, per affrontare il tema di una contraccezione sicura, che a quest’età si rende necessaria nel momento in cui si scoprono i primi momenti di intimità sessuale.

Inoltre, non avendo un’adeguata consapevolezza del proprio corpo, una banale infezione trascurata, talvolta congenita o che si sviluppa in questa età e con i primi rapporti, le conseguenze potrebbero causare danni irreparabili per l’apparato riproduttivo: è frequente che in controlli generali non finalizzati ad una specifica patologia si possano riscontrare problematiche anche più serie”.

Inoltre, trova particolare rilevanza, per la fascia 12-18 la discussione sulle irregolarità mestruali associate all’acne e alla tendenza ad aumentare di peso ed anche qui diviene fondamentale l’approccio multidisciplinare.

 “Ci sono tante strutture che si occupano dei  giovani ma nessuna ha ancora attuato il nostro modello organizzativo, che riporta l’adolescenza ad una centralità, con le diverse specializzazioni a presidio della salute dell’adolescente – puntualizza l’ematologa Maria Antonietta Aloe Spiriti – Un caso per tutti: è importante come una giovane paziente, che inizia a prendere la pillola anticoncezionale,  affetta da acne giovanile,  incontri  l’ematologa, la nutrizionista, la dermatologa, perché potrebbe avere la celiachia che spesso inizia così e comporta una carenza di ferro da curare quanto prima per impedire un’anemia, a causa della quale ci si sentirà stanche, si avranno scarse performance fisiche e mentali, ne risentirà l’andamento scolastico.

 Sarà necessario, inoltre, parlare con la psicologa perché una ragazza con l’acne difficilmente si accetterà. Ecco spiegato il beneficio della multidisciplinarietà”.

 Fa eco la dermatologa Francesca Magri: “La pelle è l’organo sociale per eccellenza, lo specchio con cui veniamo in contatto con gli altri, essenziale soprattutto in un’età in cui ci si confronta sui social. L’acne è una patologia infiammatoria multifattoriale, spesso causata da alterazioni ormonali, motivo per cui è importante un confronto con la ginecologa, ma anche da stress e stili di vita sbagliati, ed ecco la necessità di una psicoterapeuta”. In questo ambito va anche indicata una corretta cosmesi, per evitare che influencer sui social suggeriscano prodotti errati.

Altro tema fondamentale, consiste nelle  sempre più frequenti infezioni da papillomavirus, tra le specialiste della squadra non poteva mancare un’ infettivologa di chiara fama, la dottoressa Cristina Siviero: “L’Hpv è talmente diffuso che quasi il 90 per cento della popolazione femminile diventa positiva prima dell’età adulta, essendo entrata in contatto con uno degli oltre 200 ceppi del virus di cui, com’è noto, solo alcuni sono pericolosi: proteggersi è indispensabile in quanto abbatte la possibilità di tumori alla cervice uterina. Il lavoro dell’ambulatorio è finalizzato alla prevenzione: la scelta migliore è sempre quella di vaccinarsi e parte considerevole del nostro impegno è dedicato appunto alla sensibilizzazione delle ragazze su questo tema, come anche i maschi, asintomatici ma con carica virale, sia pure bassa.

 Correlato a patologie gravi anche per questi ultimi, e in un momento in cui i centri vaccinali sono oberati a causa del Covid-19, gli adolescenti rimangono purtroppo scoperti.  La conoscenza è la base del sapere e della libertà e gli adolescenti devono essere informati e vanno messi nella condizione di decidere. Siamo informatori ufficiali e autorevoli e sul consiglio vaccinale dobbiamo essere categorici”.