Home ORE12 Sanità La complessità delle malattie reumatiche

La complessità delle malattie reumatiche

Perché è importante la diagnosi precoce e un approccio multidisciplinare

Di Katrin Bove

Il prof. Leonardo Punzi, Direttore Cattedra ed Unità Operativa Complessa di Reumatologia Dipartimento di Medicina DIMED, Università di Padova, ci spiega come riconoscerle.

Quali sono i sintomi delle malattie reumatiche e quanto sono diffuse nella popolazione?

Colpiscono all’incirca un terzo della popolazione, compresi i soggetti in età pediatrica. Rappresentano la causa più frequente di disabilità e di concessione di invalidità. Sono più di 200 e talvolta diversissime tra di loro per espressione clinica. Il sintomo più comune è il dolore, che va letto ed analizzato attentamente per giungere alla diagnosi quanto prima possibile. Può essere spontaneo o provocato (dolorabilità), articolare o muscolare o neuropatico, può insorgere a riposo, dopo inattività o al movimento, essere associato a tumefazione, rossore e/o calore, essere acuto o cronico, d’intensità moderata o grave, a sviluppo lento o rapido, ecc.

Nel caso del piede reumatico, quanto è importante la diagnosi precoce?

Il piede reumatico è un esempio dell’importanza di un’anamnesi completa e di un esame obbiettivo accurato per pervenire ad una diagnosi precoce. Nell’anamnesi sono rilevanti le caratteristiche del dolore: sede (alluce, metatarsale, medio piede, tallone); difficoltà o meno alla marcia (pochi passi o dopo chilometri); ritmo (al mattino o alla sera); tipo di insorgenza: ad es. se si presenta verso sera a riposo, all’improvviso, con grande dolore e dolorabilità e gonfiore, arrossamento e talora febbre, la diagnosi di gotta è piuttosto agevole. Se invece il dolore è al movimento in un alluce valgo e rigido, si può pensare agevolmente ad un’artrosi. L’esame obbiettivo di questa zona anatomica è spesso eseguito superficialmente o addirittura non effettuato per niente, perché talvolta, per fretta, non si fa spogliare completamente il paziente. D’altro canto, i pazienti con artrite alle mani o alla colonna, avendo difficoltà a togliersi le scarpe e poi allacciarle, preferiscono loro stessi non levarsele.E’ un’occasione persa, in quanto la maggior parte delle affezioni del piede sono diagnosticabili con un esame clinico, a cui possono contribuire le moderne tecniche di Imaging, in particolare l’ecografia e la risonanza magnetica.La diagnosi precoce è importante, in quanto la deformazione dei piedi, proprio perché questi sono maggiormente sottoposti a carico rispetto alle mani, può avvenire rapidamente, inducendo conseguenze disastrose dal punto di vista psicologico e sociale.

Che ruolo ha l’approccio multidisciplinare per determinare la soluzione terapeutica?

E’ fondamentale: il sospetto diagnostico spetta a chi vede per primo il paziente, dal medico curante al chirurgo ortopedico, al fisiatra, al reumatologo. Nei panni di quest’ultimo, se si sospetta che il dolore sia meccanico (es. da difetti del piede o neuroma o frattura da stress), viene chiesto il contributo dell’ortopedico; se si riscontra un’entesopatia (es. tallonite o fascite), il paziente viene indirizzato al fisiatra.Decisiva è la valutazione della conformazione del piede, in aggiunta alle considerazioni diagnostiche, per permettere al paziente di avere con la calzatura uno strumento che non solo non faccia peggiorare i sintomi, ma gli consenta di agevolare la cura o, addirittura, la guarigione.   

Quali sono stati i benefici introdotti dall’innovazione tecnologica?

L’innovazione tecnologica ha permesso la personalizzazione delle proprietà della calzatura, consentendo al paziente un’ampia possibilità di scelta sia dal punto di vista funzionale che estetico. Ciò ha molta somiglianza con il modo di procedere della moderna terapia farmacologica, definita “medicina di precisione”. Si può quindi adattare questo concetto anche al piede reumatico, parlando quindi di “calzatura di precisione”.