Home Costume e Società L’Italia può contare su 250 milioni di Italici

L’Italia può contare su 250 milioni di Italici

IL NOSTRO PAESE PUO’ CONTARE SU UN ESERCITO DI APPASSIONATI DELLA STRAORDINARIA MISCELA DI BELLEZZA, TRADIZIONI, CREATIVITA’ INDUSTRIALE, ENOGASTRONOMIA, MODA E DESIGN TRICOLORE. UN SOFT POWER SENZA EGUALI AL MONDO

Network Italici nel mondo

Tutti gli Italici hanno l’Italia nel cuore e si riconoscono nello straordinario ed unico mix fatto di grandi bellezze artistiche e naturali, tradizioni, creatività industriale, food, fashion e design italiani. Senza dimenticare la lingua italiana, che non si impone ma si sceglie, ed è la quarta lingua più studiata a livello mondialeQuesta grande “comunità di sentimenti”, stimata in oltre 250 milioni di persone, si estende e va ampliandosi oltre i confini del Bel Paese: dagli Usa all’Argentina e al Brasile, dall’Europa al Canada e all’Australia, dalla Cina all’India e al Giappone.

L’appartenenza italica, intesa come favorevole predisposizione verso l’Italia, fondata non solo su esclusivi legami di cittadinanza e discendenza, è una preziosa risorsa e rappresenta un soft power di fondamentale importanza nell’era della globalizzazione per il “sistema-Italia”. Molti italici sono in posizioni apicali nelle istituzioni economico-politico-culturali dei propri Paesi e costituiscono un grande patrimonioda valorizzare e connettere. Le istituzioni e la politica italiane stanno scoprendo il soft power italico: un potere soffice, aggregante, non aggressivo e molto distante da pretese di colonizzazione. Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ne ha parlato in varie occasioni riferendosi all’apprezzamento che l’Italia riscuote all’estero <<per la sua straordinaria miscela di cultura, esperienze, gusto, natura e saperi>>Gli Italici sono una civiltà il cui peso è molto superiore a quello degli italiani in senso stretto. Come Italia rappresentiamo meno dell’1% della popolazione mondiale, ma come Italici contiamo decisamente di più. Per riaffermare il ruolo geopolitico della civiltà italica nel mondo globalizzato, per contribuire alla crescita della sua autoconsapevolezza e identificazione è nata la Italica Global Community. Il suo obiettivo è costruire un network di stabili relazioni con la grande e autorevole comunità degli Italici nel mondo. L’idea ampia di una comunità e di una civiltà italiche, fondate prevalentemente sulla condivisione di valori, interessi ed esperienze comuni, è di Piero Bassetti, presidente dell’associazione “Svegliamoci Italici” e protagonista di oltre mezzo secolo di vita culturale e istituzionale del nostro Paese. Nel suo saggio “Svegliamoci Italici! Manifesto per un futuro glocal” (Marsilio, 2015), Bassetti ha richiamato l’attenzione sulla italicità come fatto storico. Il tema è stato poi riproposto e sviluppato all’Onu, dove, nel 2017, durante la presidenza italiana del Consiglio di sicurezza, Bassetti svolse un intervento dal titolo “Italics as a Global Commonwealth”. Nel messaggio inviato per quell’occasione, il presidente  Mattarella affermò che <<Appare particolarmente centrato e moderno il richiamo al “Commonwealth” che, nell’accezione riferita all’Italia e agli italiani, si stinge di ogni patina egemonica, per assumere il senso di una offerta globale dell’italianità come stile, come ingegno, come canone di buona vita, come valore umanistico>>. Nel mondo esiste – e si percepisce – un’autentica “fame” di Italia. Parafrasando il noto motto della Barilla, oggi possiamo dire che “Dove c’è un Italico, c’è Casa”.Il cantiere della Italica Global Community, la Casa degli Italici, è aperto e il merito va al suo ispiratore Piero Bassetti che ha presentato questo progetto a Roma nella sede della Stampa Estera. Un evento seguito in live-streaming da migliaia di Italici sparsi per il mondo.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Piero Bassetti

Numerosi gli interventi dall’estero, tra i quali quelli di Fabio Finotti (direttore dell’Istituto italiano di cultura a New York) e di Stefano Vaccara, fondatore-direttore del quotidiano “La Voce di New York”. Da San Paolo del Brasile si è collegato Giacomo Guarnera, fondatore e presidente degli “Italicós do Brasil”; da New Delhi è intervenuto l’ambasciatore d’Italia in India, Vincenzo De Luca; da Lugano si è collegato il gruppo di italici coordinato da Filippo Lombardi, già presidente del Senato elvetico. Di “giovani italici” e di “formazione italica” hanno parlato da Parigi Maria Chiara Prodi (membro del Consiglio generale degli italiani all’estero e presidente delle Acli di Francia), insieme ai docenti universitari Mario Savino della Unitus e Rinaldo Marinoni della Lumsa mentre da Mar del Plata si è collegato Riccardo Giumelli, professore e promotore della prima cattedra universitaria al mondo di Cultura Italica. Altri contributi al progetto sono venuti da Pier Luigi Vignali, direttore generale Italiani all’estero della Farnesina; da Tony Pagone, presidente dell’Associazione internazionale dei giudici ed ex giudice della Federal Court of Australia; da Gianni Profita, rettore dell’Università medica internazionale UniCamillus di Roma; dal giornalista-scrittore Giovanni Bocco, autore del romanzo “Il manoscritto di Italicus”, edito da Rubbettino. In conclusione dei lavori, Umberto Laurenti, vice presidente di “Svegliamoci Italici” ha illustrato le azioni da intraprendere per “fare rete tra Italici”, a partire dalla creazione di una piattaforma interattiva e multifunzionale per favorire la conoscenza e la crescita della comunità italica, sostenere la diffusione dei suoi valori, scambiare contributi in forma digitale e multimediale e partecipare a webinar, anche attraverso le attività formative della “Schola Italica” di Milano e della Summer School di San Servolo a Venezia. L’intento della Italica Global Community è quello di promuovere l’aggregazione di questa grande comunità, dando vita e visibilità ad una alleanza intellettuale italica. Tra i 250 milioni sparsi per il mondo non mancano Italici che hanno saputo influenzare ed arricchire la cultura, la scienza e l’imprenditoria internazionali. Finalmente Italiani e Italici possono essere gli artefici di un nuovo Rinascimento e insieme diventare protagonisti della storia globale.

GDN