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RINCARI GAS, ENERGIA E MATERIE PRIME: ALLARME DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA PER LA TENUTA DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE

Assosistema Confindustria esprime forte preoccupazione per la situazione drammatica che il settore sta vivendo, a seguito dell’incontrollato aumento dei prezzi dell’energia, del gas e delle materie prime, aggravato dal recente conflitto in Ucraina

Assosistema Confindustria esprime forte preoccupazione per la situazione drammatica che il settore sta vivendo, a seguito dell’incontrollato aumento dei prezzi dell’energia, del gas e delle materie prime, aggravato dal recente conflitto in Ucraina. 

Il Direttore Matteo Nevi dichiara: “Il settore sanitario sia pubblico che privato al quale le nostre aziende forniscono servizi essenziali e indifferibili, quali il noleggio e la sanificazione di biancheria, divise e kit per sale operatorie, è a serio rischio di tenuta. Le nostre aziende non riescono più a sostenere i rincari delle bollette di gas ed energia ed i costi delle materie prime per continuare a svolgere il servizio quotidiano che, ricordo, è indispensabile e insostituibile per il funzionamento della sanità pubblica e privata, case di cura, rsa e pronto soccorso di tutto il territorio nazionale”. 

“Come Associazione scriveremo anche ai prefetti per annunciare le possibili riduzioni di servizio rivolte al settore sanitario. Sono circa 110.000 i posti letto che non potrebbero più essere utilizzati negli ospedali e nei pronto soccorso, 400.000 mila operatori che dovranno lavorare senza le dovute protezioni e a rischio sono anche gli interventi chirurgici che solo nel 2019 contavano una cifra pari a 4 milioni”.

“In assenza di un intervento del governo su questo settore che sia volto a calmierare i costi dell’energia e del gas, si verificheranno, purtroppo, gravi ripercussioni anche sui cittadini e sulla lotta alla diffusione del Covid. La situazione diventa decisamente drammatica se si considerano i valori del 2019 rispetto ai quali, nelle rilevazioni di energia e gas si registrano aumenti, rispettivamente, del +650% e, addirittura, del +1080% per il gas (10 volte il corrispettivo del 2019), con una ricaduta del +30% circa sui costi complessivi di servizio di una lavanderia industriale”.

“Segnaliamo, inoltre, che a breve le aziende si troveranno a fare i conti anche con un razionamento delle risorse e delle materie prime per via degli approvvigionamenti sempre più difficili e lunghi che si stanno riscontrando in questo periodo”.

“La situazione del nostro settore è stata rilevata nella sua gravità anche dall’ANAC che ha chiesto al Governo un intervento strutturale di revisione dei prezzi degli appalti pubblici anche per le forniture ed i servizi, citando fra questi ultimi espressamente il lavanolo come uno dei comparti in cui è a rischio la regolare operatività di molti operatori economici e la relativa tenuta delle strutture sanitarie pubbliche e private. Se il servizio delle nostre aziende dovesse, dunque, subire una forte riduzione, ne pagheremmo le conseguenze tutti, trattandosi del funzionamento di un bene così primario e di pubblica utilità, quale la garanzia di salute e di assistenza sanitaria”.

 “Quello che chiediamo al governo è un intervento immediato se si vuole salvare il servizio pubblico legato al settore ospedaliero. Per questo abbiamo inviato al Ministero della Salute e alla presidenza del Consiglio dei Ministri una richiesta urgente d’incontro perché il tempo non gioca a nostro favore”.