Egualia: al Nord i consumi più elevati e minore spesa per i cittadini, che pagano ancora di tasca loro oltre 1 miliardo per ritirare l’off patent di marca
Sospesi tra crescita lenta e stagnazione, mentre i consumi continuano a concentrarsi soprattutto nelle Regioni del Nord Italia dove i cittadini sono meno disposti a versare il differenziale di prezzo per ritirare il farmaco branded off patent invece del generico, completamente rimborsato a carico del Ssn.
A tracciare il bilancio dello stato di salute del comparto dei farmaci equivalenti in Italia è l’ultimo report dell’Ufficio studi di Egualia, l’associazione italiana dei produttori di generici, biosimilari e Value Added Medicines, relativo all’anno 2021.Dall’analisi dei macro dati relativi al canale farmacia emerge che lo scorso anno i generici-equivalenti hanno assorbito il 22,6% del totale del mercato nazionale a volumi, quasi alla pari con i brand a brevetto scaduto (24,65%), mentre ai farmaci esclusivi (protetti o senza generico corrispondente) è andato il restante 53,76% del mercato complessivo.
A valori però i generici equivalenti hanno quotato solo il 14,81% totale del mercato, per complessivi 1,5 miliardi di euro -l’82% fatturato in classe A – contro il 36,76% assorbito dai brand a brevetto scaduto e il 48,43% assorbito dai farmaci esclusivi.Nel solo segmento complessivo dei farmaci fuori brevetto i generici-equivalenti hanno assorbito il 30% mercato a volumi (23% a valori) contro il 70% detenuto dai brand a brevetto scaduto (77% a valori).
Stagnazione in farmacia
Dati non esaltanti da inquadrare tuttavia nella generale stagnazione del mercato in farmacia, che nel 2021 ha registrato una flessione dello 0,6% del totale delle confezioni rimborsate e dello 0,7% della spesa rimborsata rispetto al 2020.
Al Nord più consumi e meno spesa per i cittadini
Oltre il 60% della spesa farmaceutica in fascia A del SSN – con punte del 69,6% a Trento e del 71,9% in Emilia Romagna – afferisce all’area dei farmaci off patent, ma resta profondamente diversificata, l’incidenza dei generici-equivalenti, che rappresentano il 25,3% della spesa totalmente rimborsata. A livello di macro aree geografiche il ricorso ai generici-equivalenti risulta decisamente privilegiato al Nord (38,2% a unità e 37,7% a valori), rispetto al Centro (27,2% a unità e 23,5% a valori) e al Sud (22,5% a unità e 19,2% a valori), a fronte di una media Italia del 30,5% a confezioni e del 25,3% a valori.
Molecole e categorie terapeutiche: le star del comparto
La categoria che vede primeggiare in modo assoluto i generici-equivalenti è quella dei prodotti per la disfunzione erettile, che assorbono il 74,80% del mercato a volumi e il 63,70% della relativa spesa. In classe A resta regina la categoria terapeutica degli inibitori di pompa protonica – l’unica in cui i generici-equivalenti concentrano oltre il cinquanta per cento dei consumi (51,40%) – seguita a stretto giro da ipoglicemizzanti orali (48,50%), ACE inibitori (45,90%), statine (44,70%) e beta-bloccanti (42,90%). Star della classe C, infine, la categoria dei tranquillanti, dove i generici-equivalenti assorbono il 37,10% del mercato.
I consumi in ospedale
Tra stagnazione e depressione anche il trend dei consumi nel canale ospedaliero: i generici-equivalenti hanno assorbito il 30,1% del mercato a volumi (contro il 30% del 2020, +0,1%) e appena e appena il 2,4% del mercato a valori. La quota più rilevante del mercato del canale è rimasta nelle mani dei brand a brevetto scaduto che hanno concentrato il 35,9% dei consumi in corsia (5,9% a valori).
Con un 34% del mercato in corsia assorbito sono comunque farmaci esclusivi (sotto brevetto o privi di generico corrispondente) a dominare la spesa concentrando il 91,7% del giro d’affari farmaceutico nel canale ospedaliero.