Home Costume e Società INAC-CIA: “UN GIOVANE SU TRE LAVORA DOPO IL SERVIZIO CIVILE”

INAC-CIA: “UN GIOVANE SU TRE LAVORA DOPO IL SERVIZIO CIVILE”

Presidente Inac-Cia: “Un anno di esperienza da volontario su specifici progetti, si rivela importante “palestra” per affrontare il proprio percorso professionale e trovare una collocazione stabile

Un anno di esperienza di Servizio Civile Universale è per i giovani un’opportunità e soprattutto un primo approccio tangibile al mondo del lavoro, aprendo porte verso strade professionali che si concretizzano in un impiego stabile. L’ osservatorio Inac ha rilevato che su circa 1200 ragazzi che hanno intrapreso questo percorso, circa 400 hanno trovato un lavoro; l’8 per cento di loro sono stati addirittura contrattualizzati nello stesso ambito in cui hanno svolto il loro anno di progetto. Altri si sono collocati principalmente nel comparto dei servizi e nell’agroalimentare.

Fino ad oggi – evidenzia il presidente di Inac-Cia Alessandro Mastrocinqueabbiamo condotto in porto 109 progetti e formato tantissimi ragazzi, facendo molta fatica per progettare, formare e gestire. Ci siamo sobbarcati un investimento tre volte superiore a quello che ci viene restituito dai finanziamenti. Lo facciamo per i giovani, per la nostra peculiare vocazione e per “godere” della vitalità, creatività e innovazione che i ragazzi sanno portare nelle nostri sedi“. 

Ritengo – ha proseguito Mastrocinque – che sono stati trovati più di 8 miliardi di euro per finanziare il reddito di cittadinanza invece per trovare i fondi da destinare ai progetti di Servizio Civile ogni anno è una incognita. Credo che vada fatta una riflessione seria, dalla Politica e dal Governo, sugli strumenti che debbono essere messi in campo per i nostri ragazzi“.

Il dato sulla disoccupazione giovanile nel Paese è tristemente noto, da anni stabilmente sopra il 20 per cento; se la strada del Servizio Civile Universale può favorire, in qualche misura, l’accesso verso il mondo del lavoro e le attività produttive, deve trovare una sua esistenza strutturale. Avere certezza sul budget stanziato, sul numero dei progetti presentabili e soprattutto sui posti messi a diposizione per i ragazzi volontari, in una forbice che oscilla dai 45 mila ai 60 mila posti circa. I giovani, che in Italia sono oltre 8 milioni, devono poter guardare con maggiore serenità al loro futuro e questo diritto ha nel lavoro un pilastro portante.

Il compenso che viene riconosciuto quest’anno ai volontari, che hanno un’età compresa tra i 18 e 28 anni, ammonta a 444,30 euro/mese, crediamo che sia una cifra veramente inadeguata, chiederemo con determinazioni al prossimo Governo un ritocco verso la soglia minima di 516 euro.

Sarebbe interessante e soprattutto utile – conclude il presidente di Inac-Cia – che in piena era digitale, dove si parla sempre più di innovazione e transizione verso un mondo informatizzato, che tutto diventi più snello e sburocratizzato anche per la gestione del complessissimo processo a cui sono sottoposti gli Enti che vogliono realizzare progetti di Servizio Civile. Al contempo introdurre un meccanismo automatico che implementi le banche dati centri per l’impiego con le anagrafiche dei ragazzi che hanno svolto volontariato.