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MERCATI IN STALLO: L’INCUBO DEI RISPARMIATORI

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Il mercato sta eseguendo movimenti laterali. In estrema sintesi, una successione di massimi e minimi stabili. Senza andare troppo nel tecnico, è come una pallina che esegue un movimento lineare ribalzando freneticamente all’interno di un tubo

di Luca Lippi

È importante prestare attenzione a questo fenomeno perché è in queste fasi di mercato che l’investitore compie scelleratezze o, peggio ancora, perde il sonno a seconda di come rimbalza la pallina.

Un trend – quello che generalmente suggerisce decisioni a un investitore minimamente preparato – è quando si verifica una successione di massimi e minimi crescenti (movimento rialzista) oppure massimi e minimi decrescenti (movimento ribassista). Nel caso di movimenti che “sbattono” su resistenze (livello di prezzo dove non si sviluppa una crescita) rimbalzando su “supporti” (livello di prezzo dove non si sviluppa un ribasso), questo si chiama movimento laterale.

Cosa significa

È come se, su un determinato mercato, la proprietà dei titoli cambia continuamente la mano ma nella sostanza in nessun caso il compratore pretende una quantità maggiore di titoli dal venditore. In pratica sono scambi a somma zero, senza alcuna pressione a comprare e nessuna pressione a vendere. Questo movimento è fisiologico soprattutto quando i mercati si trovano in presenza di massimi oltre i quali non è più conveniente andare, quindi si crea una fase di stallo in attesa di segnali che possono valorizzare una decisione a comprare o vendere. Affronteremo presto anche il significato tecnico di questa fase ma, al momento, è determinante anche analizzare gli effetti psicologici sui risparmiatori.

Gli effetti

Fondamentalmente si crea una frustrazione nell’investitore. Ci si concentra su quei titoli che sono andati peggio e non si considera che un portafoglio, normalmente, si costruisce e si bilancia per ottimizzare la sua performance globale su un medio/lungo periodo. Ci si dimentica che nella costruzione del portafoglio, lo strumento che sta perdendo di più probabilmente rappresenta, in percentuale, una quota poco significativa sull’intero portafoglio concordato col proprio consulente. Si pretende di recuperare alcune posizioni riducendo drasticamente l’orizzonte temporale di quella percentuale in perdita alterando il bilanciamento del portafoglio totale. È il tipico atteggiamento dell’investitore non professionale che riconosce i suoi limiti quando si affida a un consulente, ma che poi si annoia a vedere il proprio portafoglio non performante in ogni sua componente, quindi pretende di liquidare le posizioni “dormienti”. Peggio ancora: l’investitore legge che una massa di persone acquista il BTP valore (ottimo strumento finanziario per chi ha liquidità da impegnare), quindi ordina la vendita delle sue posizioni in perdita per conformarsi alla massa, placando la sua angustia e galleggiando nel mare del “mal comune mezzo gaudio”.

Cercare valore

Questa condizione emerge nel momento in cui si respinge una situazione di stallo. È tipica degli investitori occasionali, ma a volte colpisce anche consulenti navigati. È una condizione psicologica molto pericolosa perché totalmente irrazionale. Quindi diventano tutti cani affamati che annusano ovunque alla ricerca di alternative che magari non ci sono, soprattutto abiurando l’origine dell’asset che si è costruito in base alla vocazione di attesa temporale concordata.

I rimedi

Quando subentra la noia, bisogna entrare nell’ottica che deve essere così. Un processo di investimento, specie se si è inesperti, è bene sapere che non può essere un processo divertente o eccitante. Chi cerca l’eccitazione nell’investimento, deve sapere che non può fare altro che stare incollato a un PC h24 dopo avere studiato a lungo le tecniche necessarie per seguire i mercati. Invece, molto spesso cade nell’illusione delle criptovalute, mercato non demonizzabile ma che richiede una competenza elevata e una velocità operativa non proprio nella disponibilità di tutti. Oltretutto, spesso, l’eccitazione maggiore è quella di vedere crolli improvvisi che, se non si possiede sufficiente sangue freddo, potrebbe causare danni collaterali assai maggiori della perdita stessa.

L’investimento deve essere noioso perché è un lavoro. La mentalità dell’investitore non professionale deve essere quella di un risparmiatore che versa la quota mensile accantonata nel libretto di risparmio alla posta. Sa quanto rende, ma non sta a guardare ogni giorno quanto è cresciuto il suo patrimonio, soprattutto non può sapere se l’inflazione eroderà il suo guadagno atteso (fisiologica componente di rischio) sa solo che quei soldi, arrivata una data stabilita, saranno prelevati per affrontare una spesa programmata. Nel tempo, e arriviamo ai giorni nostri, l’investimento è diventato qualcosa di eccitante perché dietro c’è una vera e propria industria che quotidianamente deve dimostrare di lavorare per l’investitore, mentre quest’ultimo è impegnato a guardare la tv. Un consulente serio non potrà che consigliare a un risparmiatore (non a uno speculatore) un portafoglio titoli bilanciato all’interno del quale ci sono strumenti che esistevano cinquant’anni fa e esisteranno ancora fra cinquant’anni.

L’arroganza dell’ignoranza

Molte volte, un consulente che consiglia di inserire nel portafoglio un ETF specializzato su un indice, si sente rispondere “ma questo potevo farlo anche da solo”. Purtroppo non è esattamente così. Cercare il rendimento giusto, sostenibile e di lungo periodo, obbliga il consulente a utilizzare strumenti che esistono da sempre (come gli ETF sugli indici, che investono in una rosa ampia di titoli anche se della medesima classe di rischio) e che esisteranno anche fra cinquant’anni, e bilancerà il portafoglio, in base alla propensione al rischio e al tempo di maturazione dell’investimento, con altri ETF su indici, magari obbligazionari o monetari, che esistono da cinquant’anni anch’essi ed esisteranno tra cinquant’anni. Poi si concorda un controllo intermedio, ma generalmente questo avviene in automatico da parte del professionista che segue l’investimento. Controllare ossessivamente la propria piattaforma online è come il cuoco incapace che invece di andare avanti col proprio lavoro di cucina, sta con la sedia a guardare le ciambellone in forno, sapendo che prima di un certo tempo, a una determinata temperatura, esso non potrà essere estratto.