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Appalti: servizi discriminati rispetto ai lavori. Non aumenta solo il prezzo del cemento

«Il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili ha emanato una Circolare diretta alle principali stazioni appaltanti pubbliche (RFI, Anas, Autorità di sistema portuale, Provveditorati opere pubbliche, ecc.), invitandole a velocizzare il pagamento alle imprese relativamente alle compensazioni sui contratti in essere dovute all’aumento dei prezzi dei materiali.

Le stazioni appaltanti dovranno dunque procedere ai pagamenti utilizzando le risorse accantonate per imprevisti, senza attendere la distribuzione del Fondo creato con il Dl Infrastrutture.

Ancora una volta si tratta di una misura rivolta al comparto dei Lavori pubblici, escludendo i contratti dì servizi, che vivono anch’essi un forte momento di crisi. E’ incomprensibile e preoccupante la discriminazione in corso. Subiamo un aumento dei costi diretti per l’erogazione dei servizi senza precedenti storici, chiediamo da tempo la possibilità di vederli riconosciuti nei contratti in essere, senza aggravio per la spesa pubblica, poiché come per i lavori possono essere usate somme già accantonate, chiediamo che quello che vale per i lavori possa essere valido anche per i servizi.  

Siamo pronti ad incontrare il Ministro Giovannini per esporre le nostre posizioni, ricordando che l’impatto dei rincari energetici non è più sostenibile su molti settori chiave come la Sanità o la ristorazione collettiva. Non aumenta solo il costo del cemento o del ferro, ma anche quello delle materie prime alimentari, dell’energia che alimenta cucine e lavanderie industriali, le materie per confezionare detergenti, carta: tutto ciò che contribuisce alla cure delle persone e degli spazi. Questo non può essere dimenticato».

Lo dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS.