Home News DEPRESSIONE NEI GIOVANISSIMI: AL BAMBINO GESÙ CASI IN AUMENTO DEL 75%

DEPRESSIONE NEI GIOVANISSIMI: AL BAMBINO GESÙ CASI IN AUMENTO DEL 75%

I dati degli ultimi 10 anni registrano una crescita esponenziale. Con la pandemia gli accessi al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede sono aumentati del 75%

Negli ultimi 10 anni gli accessi per ideazione suicidaria o tentato suicidio al Bambino Gesù sono cresciuti esponenzialmente, con aumento del 75% nei 2 anni della pandemia rispetto al biennio precedente. Dai 369 casi del 2018-2019 ai 649 del 2020-2021, in media praticamente un caso ogni giorno.

Lo documentano i dati registrati dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per la Giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio (10 settembre) che, secondo l’analisi del Centro Controllo Malattie (CDC) Statunitense, rappresenta la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e i 25 anni. Per far fronte al fenomeno, l’Ospedale, Centro di riferimento regionale per le emergenze psichiatriche, ha attivato un servizio dedicato all’assistenza e alla prevenzione del suicidio in età evolutiva in collaborazione con le ASL del territorio. Il servizio è integrato da una linea telefonica, sempre attiva, per le consulenze psicologiche urgenti. La linea telefonica “Lucy” 06.6859.2265 è attiva tutti i giorni 24 ore su 24.

Le misure restrittive durante la pandemia COVID hanno avuto un impatto importante su giovani e giovanissimi: nel biennio 2018-19 gli accessi al pronto soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e autolesionismo erano stati 464. Nel 2020 e 2021 sono diventati 752, con un aumento di oltre il 60%. Se si considera solo il suicidio, ideato o tentato, l’incremento dei casi rispetto al biennio precedente supera il 75%. Negli ultimi 2 anni i casi di ideazione suicidaria sono stati 477 (+88% rispetto al 2018-19), i tentativi di suicidio 172 (+50%) e i comportamenti autolesivi 103 (+8%). Oltre l’80% dei tentativi di suicido è messo in atto da bambine e ragazze; l’età media di chi tenta di togliersi la vita è di circa 15 anni, il più giovane ha 9 anni. 

Per rispondere alle richieste di aiuto dei più giovani e delle loro famiglie, la struttura di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù ha predisposto un percorso clinico di alta assistenza per l’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva. Il servizio, attivato in collaborazione con varie ASL della Regione Lazio,favorisce il graduale passaggio dei pazienti critici dall’Ospedale ai Centri di assistenza neuropsichiatrica dell’infanzia e dell’adolescenza del territorio per garantire la continuità terapeutica.

«La depressione e i disturbi d’ansia tra i giovanissimi sono in aumento esponenziale da anni. La pandemia ha solo accentuato il fenomeno»aggiunge il prof. Vicari. «L’emergenza che investe i nostri ragazzi si combatte destinando maggiori risorse agli strumenti di prevenzione e di promozione della salute mentale. A cominciare dalla scuola, intesa come luogo che coltiva relazioni positive, alle strutture sul territorio perché siano in grado di intercettare il disagio e siano di supporto alle famiglie. Il suggerimento per i genitori è di offrire tempo ai propri figli, di porre attenzione ai segnali di malessere e, se ci sono cambiamenti nel comportamento, chiedere aiuto senza timore. Le malattie mentali, se affrontate nei tempi giusti, hanno un’alta probabilità di guarigione»