Home Hic et Nunc MEDICI E INFERMIERI, L’ITALIA SCONTA UNA RISCHIOSA CARENZA

MEDICI E INFERMIERI, L’ITALIA SCONTA UNA RISCHIOSA CARENZA

di Pietro Romano

Se non ci fosse poco da fare gli spiritosi si potrebbe parafrasare il famoso film “1997 – Fuga da New York”. E titolare questo “Hic et Nunc” più o meno “2022 – Fuga dalla sanità italiana”. Ironia a parte, la situazione della sanità pubblica nazionale, un tempo fiore all’occhiello del nostro sistema Paese, sta diventando pesante. E per questo chi può se ne scappa. A cominciare dai sanitari: medici, infermieri, dirigenti. Di cui si sente una crescente carenza. Tra aumento delle necessità sanitarie dei cittadini e pensionamenti degli operatori a tutti i livelli.

Per dire, secondo la Simeu (Società italiana di medicine di emergenza-urgenza) entro la fine dell’anno tra i medici dei pronto soccorso italiani si conteranno più di 5mila vuoti. Ma il problema delle carenze di sanitari in Italia non è limitato ai pronto soccorso. Altrettanto grave è la situazione degli ambiti territoriali, insomma dei medici di famiglia. Già adesso, secondo la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), almeno un milione e mezzo di italiani è senza medico territoriale, ma nel giro di cinque anni sono previsti più di 35mila pensionamenti, destinati ad aggravare una situazione già non rosea. Praticamente quanto sta succedendo negli ospedali. Nel 2016, secondo l’istituto di statistica europea Eurostat, il rapporto medici ospedalieri-abitanti vedeva l’Italia ben dietro a Spagna, Germania e Francia. Le carenze previste non porteranno che a un ulteriore peggioramento. E lo stesso vale per infermieri dove si calcolano già circa 15mila vuoti rispetto alle necessità dell’Italia.

Quali le cause di tutto ciò? Prima di tutto la politica del numero chiuso. Prima nelle facoltà di medicina e ora anche in quelle di altre professioni sanitarie il numero chiuso non permette nemmeno il fisiologico avvicendamento, figurarsi l’incremento dovuto a varie cause, a esempio l’invecchiamento della popolazione.  Un esempio? Nell’anno accademico 2021/2022 sono state ammessi 17.394 allievi su 27mila domande e l’anno precedente 16.013 allievi su 24.547 domande. In due anni, perlomeno a livello di aspiranti, il vuoto già esistente nella fila degli infermieri poteva essere colmato, sempre a conclusione di percorso didattico. Come se non bastasse le retribuzioni di medici e infermieri del Servizio sanitario nazionale sono ben più basse di quelle medie europee. Una constatazione che spinge a emigrare tanti giovani brillanti.

E il ministro Roberto Speranza, che fa? Continua a pensare al Covid e a imporre nel tempo le mascherine, oltre che a lanciare allarmi di ogni genere.