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DIASTASI, LA SOLUZIONE NON CHIRURGICA

Disturbi respiratori e diastasi dei retti sono condizioni interconnesse

di Chiara de Benedetti e Yusung Kim

La Diastasi dei retti dell’addome, popolarmente conosciuta con il termine “diastasi” – dal greco antico “separazione”- si verifica a causa dell’assottigliamento della linea alba, una striscia di tessuto connettivo che va dallo sterno al pube e tiene uniti tra loro i muscoli della parete addominale.

Apparentemente la diastasi dei retti può essere ricondotta al solo disagio fisico: la pancia, infatti, risulta gonfia come in gravidanza. Per questo motivo si ritiene erroneamente che interessi solo le donne. Tuttavia, si tratta di una vera e propria condizione funzionale alterata che è presente anche negli uomini e nei giovani. Può verificarsi per squilibri posturali e muscolari, allenamenti intensi, sovrappeso, obesità e disfunzioni respiratorie.

In uno studio pubblicato nel 2021 dall’Università di Zurigo che ha analizzato uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 90 anni è risultato che la diastasi dei retti è presente nel 57% della popolazione.

I dati suggeriscono l’ipotesi che molte persone non siano a conoscenza di avere una diastasi e confondano i sintomi con altre problematiche come: disturbi intestinali, intolleranze alimentari o grasso localizzato.

I sintomi

Il sintomo più diffuso è gonfiore addominale, che aumenta la sera o dopo i pasti. Un altro sintomo visibile è la presenza di una fessura lungo la linea mediana della parete addominale quando ci si solleva dalla posizione sdraiata a quella seduta o quando si praticano esercizi addominali “tradizionali” o altre attività sportive.

Altri sintomi includono problemi digestivi e intestinali, difficoltà di evacuazione, disfunzioni del pavimento pelvico, rigidità dei muscoli del collo e delle spalle.

Quali esami eseguire

Per una diagnosi accurata i migliori sistemi diagnostici sono l’ecografia e la TAC, tuttavia risultano validi anche metodi pratici anche di autovalutazione che prevedono l’utilizzo delle mani, o più precisamente delle dita. Attraverso la valutazione manuale infatti, è possibile misurare la distanza tra i due muscoli retti e la profondità della diastasi lungo tutta la linea alta. Questo permette inoltre di verificare la posizione e la forma della diastasi.

Risolvere la diastasi dei retti dell’addome senza intervento chirurgico

Esistono diverse strategie che non prevedono il ricorso alla chirurgia, come esercizi adattati e programmi di allenamento specifici. Di rilevante importanza nella risoluzione non chirurgica della diastasi è la gestione della pressione intra addominale (IAP) durante la vita quotidiana e le attività sportive attraverso una corretta respirazione.

Le conseguenze della diastasi

Gli squilibri muscolari dovuti alla diastasi dei retti dell’addome portano ad una scarsa stabilità e a un senso di debolezza generale del cuore, favoriscono disfunzioni del pavimento pelvico e possono provocare aumenti della frequenza respiratoria e della pressione intra addominale (IAP). L’aumento della pressione intra addominale può causare ernie ombelicali, iatali, epigastriche e inguinali.

Le conseguenze in risposta al disagio psicologico dovuto all’influenza negativa della diastasi sull’immagine corporea invece, possono favorire atteggiamenti posturali scorretti, contrazioni muscolari non funzionali nel tentativo di apparire più magri (come ad esempio, risucchiare la pancia costantemente), ed è molto frequente che provochino un abbassamento del livello di autostima fino ad arrivare alla depressione.

L’importanza della respirazione

Per trattare la diastasi, il primo passo è analizzare e correggere gli schemi respiratori e proseguire con costanza nel mantenimento della meccanica ideale di respirazione.

La respirazione non è solo un semplice atto di scambio gassoso. Apporta benefici all’organismo attivando la pompa respiratoria – il movimento del diaframma che produce la pressione intratoracica -, migliorando la mobilità della colonna vertebrale, la circolazione dei liquidi, la digestione e la funzione vocale.

Nel libro “Breath” di James Nestor gli esseri umani sono definiti “i peggiori respiratori del regno animale”. L’autore afferma che numerose ricerche hanno portato alla luce un deterioramento della qualità della respirazione umana a seguito della rivoluzione industriale. Secondo i dati, il 90% degli esseri umani respira in modo scorretto e questa incapacità respiratoria può generare una serie di malattie croniche.

La respirazione è influenzata da una serie di fattori, come la pressione percepita, l’aumento del carico di lavoro, la postura scorretta, tecniche di esercizio inadeguata, i dosaggi ormonali, la menopausa o la gravidanza e l’alimentazione scorretta. Una respirazione abituale scorretta porta spesso a Disturbi del sistema Respiratorio (BPD).

Secondo la definizione della Dott.ssa Jessica Rowley, il BPD è una “respirazione inappropriata che è abbastanza persistente da causare sintomi, senza alcuna causa organica apparente”. I sintomi possono non influire sulla vita quotidiana, ma possono disturbare prestazioni specifiche, ad esempio prestazioni sportive, canto e produzione vocale, sport a livello amatoriale.

Tipi di BPD

Boulding et Al (2016) classificano i disturbi in

Sindrome da iperventilazione: correlata all’alcalosi respiratoria o indipendente dall’ipocapnia.

Sospiri profondi periodici: solitamente associati a un modello di respirazione irregolare.

Respirazione toracica dominante: può manifestarsi più spesso nelle malattie somatiche.

Espirazione addominale forzata: si manifesta quando la contrazione dei muscoli addominali durante l’espirazione è inappropriata ed eccessiva.

Asincronia toraco-addominale: caratterizzata da un ritardo tra la contrazione intercostale e quella addominale, che causa una meccanica respiratoria inefficace.

Impatto dei disturbi respiratori sulla salute

Il disturbo respiratorio più noto è la Sindrome da Iperventilazione (HVS), cioè un aumento eccessivo del volume respiratorio durante il riposo o in situazioni di esercizio e stress. L’HVS provoca un’alcalosi respiratoria, che impedisce all’ossigeno di raggiungere i tessuti; provoca la contrazione delle arterie coronarie e influisce sulla riduzione del flusso sanguigno cerebrale.

Questa respirazione inefficiente stimola uno sforzo del sistema nervoso simpatico, con ripercussioni sulla sfera psicologica come l’ansia e gli attacchi di panico. I pazienti con BPD hanno comunemente un modello di respirazione a dominanza toracica, una caratteristica che inibisce l’uso del diaframma, il muscolo principale della respirazione, e provoca una tensione eccessiva nei muscoli respiratori accessori. Ciò provoca dolore al collo e alle spalle e riduce anche la mobilità e la stabilità della colonna vertebrale, con conseguente mal di schiena. 

Come già detto, la BPD può interessare l’intero organismo, cioè a livello biomeccanico, biochimico e psicofisiologico, causando una serie di patologie problematiche dal punto di vista medico, con conseguente scarsa qualità della vita.

Chiara de Benedetti: Kinesiologist – Chinesiologa, Master Trainer of the Tupler Technique®, Breathe Certified Teacher in Breathwork and Meditation Technique
Yusung Kim: Korea Exercise Specialist, Breathing Therapis

References

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