Home Costume e Società TESTADORO: L’ OPERA D’ARTE SU QUATTRO RUOTE

TESTADORO: L’ OPERA D’ARTE SU QUATTRO RUOTE

Arte di Boita: l’Arte torinese di trasformare la sostanza

Sotto gli occhi del pubblico del Museo Nazionale dell’Automobile nascerà la Testadoro Essenziale, una nuova opera d’arte su quattro ruote

Con una mostra-performance della durata di sei mesi, l’artista Dario Pasqualini darà alla luce, sotto gli occhi degli spettatori del MAUTO, il nuovo modello Testadoro Essenziale.

Arte di Boita: l’Arte torinese di trasformare la sostanza

Arte di Boita: l’Arte torinese di trasformare la sostanza intende proporre un approccio artistico e artigianale alla concezione e realizzazione dell’auto come opera d’arte unica e irripetibile, in antitesi alla produzione di massa. In un tempo nel quale le auto sono progettate per la produzione di massa, “Arte di Boita” mette in scena la creazione unica di una vettura e rende omaggio alla creatività e alla tecnica degli atelier torinesi degli anni ’50 e ’60.

Contrariamente a quanto accade nella produzione commerciale, la performance artistica vuole illustrare la concezione stilistica e la nascita di una vettura completa interamente sotto gli occhi del pubblico, con la partecipazione delle diverse maestranze (“modellisti” e “battilastra” in primis), che spesso rimangono nell’ombra.

In un allestimento ispirato alle officine artigianali degli anni ’50 (la classica “Boita” torinese) fatte di banchi in legno e attrezzi tipici dell’epoca, l’artista plasmerà i volumi della Testadoro Essenziale, una berlinetta sportiva di sua creazione, capace anche di rendere omaggio alle vetture che hanno reso lo stile italiano famoso nel mondo.

La vettura costruita sarà moderna, completamente originale e sarà da intendersi come opera d’arte in movimento, oltre a non essere destinata in alcun modo alla commercializzazione o alla produzione in serie.

Le tecniche utilizzate saranno quelle tradizionali usate nelle “Boite” torinesi, unite a qualche licenza artistica tipica della creazione di opere uniche.

Un’opera d’arte su quattro ruote: la realizzazione davanti al pubblico, step by step

Il vero protagonista dell’opera è il pubblico del Museo Nazionale dell’Automobile, che potrà assistere dal vivo alla realizzazione della Essenziale, passo dopo passo, con Pasqualini, i battilastra e i modellisti che si alterneranno nell’arco delle settimane al lavoro nello spazio dedicato, il tutto in piena sicurezza.

La vettura disegnata da Dario Pasqualini prenderà vita attraverso la definizione dei suoi volumi nel modello di stile in scala reale. Nelle prime settimane della performance, l’autore procederà alla modellazione della vettura con l’utilizzo del Clay, uno speciale tipo di plastilina modellabile a caldo e lavorabile a freddo.

Una metà del modello di stile sarà lasciata con la struttura sottostante a vista e parti con lo strato di Clay grezzo, mentre l’altra sarà lavorata fino a restituire in maniera fedele e realistica i volumi da realizzare. In seguito, sulla base dei volumi definiti verrà realizzato il mascherone in legno, fondamentale elemento per la creazione delle carrozzerie, e della cui realizzazione erano maestri gli artigiani torinesi e stilisti quali, fra gli altri, Giovanni Michelotti. Successivamente, il mascherone diventerà protagonista per la seconda parte della performance, nella quale i volumi vuoti verranno via via riempiti dalle lamiere in alluminio battute a mano.

Durante questa fase, l’autore sarà affiancato da maestri battilastra che parteciperanno alla Performance trasformando la vettura in un’opera corale, omaggio alle maestranze che hanno contribuito, in silenzio e lontano dai riflettori, al successo dei grandi carrozzieri e alla fama degli stilisti più conosciuti.

La performance si concluderà dopo sei mesi con l’assemblaggio e la presentazione dinamica dell’opera realizzata.

L’opera: la Testadoro Essenziale

L’opera creata si chiama Testadoro Essenziale, un chiaro riferimento all’assenza del superfluo e, appunto, non essenziale.

La vettura è, infatti, costituita da un telaio tubolare in acciaio, una meccanica ridotta al minimo ed una leggerissima carrozzeria in alluminio. Non è prevista l’installazione di alcuna componente che non sia essenziale alla funzione primaria della meccanica: l’obiettivo è consentire all’opera di muoversi con efficienza.

La Essenziale è una berlinetta con motore anteriore e trazione posteriore, come nella tradizione delle vetture sportive italiane degli anni ’50 e ’60. I volumi sono quelli classici dello stile torinese dell’epoca, ma reinterpretati in chiave artistica e con soluzioni fuori dagli schemi. La pelle della vettura, in alluminio lasciato a vista, è come un velo che voluttuosamente si adagia sulle sue forme, talvolta smussandole, talvolta scolpendole in spigoli vivi e tesi.

Lo spirito di sottrazione del superfluo è usato anche nella definizione dello stile, arrivando ad eliminare qualunque elemento che interrompa la continuità delle linee. I gruppi ottici sono inseriti negli ampi volumi vuoti al di sotto della carrozzeria, spazi ricavati sottraendo al corpo vettura anche i paraurti anteriore e posteriore, elementi che caratterizzano in maniera sempre più predominante la produzione automobilistica di serie. L’opera sembra fluttuare nell’aria piuttosto che pesare sulle ruote.

La storia di Testadoro: la nascita, la fine e la resurrezione dei giorni nostri

Il nome Testadoro è stato utilizzato per la prima volta su una speciale testata per motori (originariamente Fiat 508 “Balilla”) progettata dall’ingegnere Arnaldo Roselli alla fine degli anni ’30 del Novecento. Il termine “Testadoro” venne coniato in conseguenza del caratteristico colore della testata stessa, fusa originariamente in bronzo.

In seguito all’incontro con l’imprenditore torinese Giorgio Giusti, la testata venne prodotta anche per la più popolare Fiat 500 detta “Topolino”, il che consentì ai produttori una maggiore diffusione del prodotto e ai possessori della vendutissima utilitaria torinese un aumento della potenza, unito, secondo la pubblicità dell’epoca, ad una diminuzione dei consumi.

Appassionato di auto, soprattutto di corse, Giusti pensò di pubblicizzare la sua testata costruendo e portando in pista delle vetture da competizione. Nella sua breve carriera di azienda costruttrice, la cui ragione sociale era “Casa dell’Auto” di Giorgio Giusti, con sede a Torino, produsse nove vetture da corsa con il marchio Testadoro.

Le varie Testadoro, come la Sport, la Drin-Drin, la Marinella e la Daniela, corsero le più importanti gare dell’epoca Giorgio Giusti chiuse Testadoro nel 1949, dopo la tragica morte del suo socio Arnaldo Roselli, avvenuta in un incidente automobilistico.

Il marchio è rimasto inattivo per quasi 70 anni, fino alla resurrezione dei giorni nostri. Nel 2017, Dario Pasqualini, durante una ricerca sulla tradizione torinese nel campo della carrozzeria artigianale e del design applicato all’automobile, si imbatte in Testadoro e nella sua affascinante storia. Così decide di avviarne le pratiche per l’acquisizione, per riportare in vita la mitica arte da boita torinese. Nel 2019 rileva e registra il marchio Testadoro, dando così vita alla rinascita.