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CORTE DEI CONTI IN CAMPAGNA PER LE EUROPEE

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Il governo italiano ha modificato il ruolo della Corte dei Conti nel controllo della spesa del PNRR. Prontamente la UE ha ritenuto opportuno sottolineare negativamente la presa di posizione dell’Esecutivo. Tuttavia il Governo è assolutamente legittimato a modificare le proprie leggi; di conseguenza l’Unione Europea non dovrebbe intervenire. La questione, dunque, appare esclusivamente politica

di Luca Lippi

La Corte dei Conti – come previsto dall’Art 100 della Costituzione – svolge tre funzioni di controllo:

  • di tipo preventivo di legittimità sugli atti del governo
  • controllo successivo sulla gestione del bilancio dello Stato
  • sulla gestione finanziaria di enti come le regioni e i comuni

Senza elencare tutte le prerogative della Corte, rimanendo nell’ambito della diatriba in corso, dobbiamo aggiungere il controllo concomitante. Quest’ultimo è previsto su progetti e investimenti finanziati dallo Stato in corso di svolgimento, non prima del loro avvio o dopo la loro conclusione.

Poiché il Governo ha la percezione che questi controlli – aggiunti ad altri del tutto inopportuni e con finalità di solo “rallentamento” dell’operato della macchina governativa per sbloccare i fondi del PNRR – siano da interpretare esclusivamente come “bastoni tra le ruote”, ha deciso di “delimitare ulteriormente” il recinto di competenza d’intervento della Corte sulle fasi di adempimento necessarie allo sblocco dei fondi.

Da questo pasticcio è emersa l’esigenza – da parte delle opposizioni – di dover cogliere la palla al balzo per provare a intraprendere una battaglia totalmente ideologica. Allarmando l’opinione pubblica su una presunta deriva autoritaria che, se confrontata alla presa di posizione del Governo in carica, è veramente estratta con fatica.

L’inutile Rilievo Della UE

Il Governo Meloni, in una lunga nota, ha tenuto a precisare che non esistono modifiche sostanziali agli impegni presi già dal governo a guida Draghi. Soprattutto ha sottolineato che i controlli della Corte dei Conti devono essere successivi alla gestione (non preventivi) e tali devono rimanere; per impedire ulteriori rallentamenti alle procedure per lo sblocco dei fondi.

L’incidente è stato procurato dal controllo della spesa ex ante, controllo necessario, ma di esclusiva competenza delle Commissioni. Così come è stato per l’esecutivo a guida Draghi e non alterato nella sostanza dall’esecutivo oggi in carica. Inutile e del tutto lezioso – soprattutto invasivo e inopportuno – è stato valutato quello della Corte dei Conti.

L’intervento Di Sabino Cassese Chiarisce La Questione

Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, è intervenuto sulla questione ricordando agli attori della polemica che «Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti».

Ha poi proseguito precisando che «Tutta la cultura mondiale sui controlli dice che i controlli non possono essere fatti a tappeto, ma devono essere fatti per campione, mediante ispezioni in profondità sulle attività da controllare. Devono essere non di processo ma di prodotto, non bisogna controllare come è stata fatta una cosa ma il risultato di quell’azione. I controlli preventivi e concomitanti nel nostro Paese sono una forma di cogestione, di esercizio di un potere. E ha due effetti negativi: deresponsabilizza chi deve essere responsabilizzato e non fa degli effettivi controlli perché con i controlli a tappeto e non a campione non si va in profondità».

Non si è fermato a questo il presidente emerito della Corte Costituzionale: «nella nota diffusa alle agenzie dall’associazione dei magistrati della Corte dei Conti si legge che ‘la Corte dei Conti chiede un tavolo di confronto con il governo sull’adozione di una legge’. Tavolo di confronto è l’espressione che adoperano normalmente i sindacati nei confronti dello Stato. La può utilizzare quello che è uno dei più grandi corpi dello Stato? Se si accetta questo tipo di terminologia non si finisce per riconoscere che lo Stato è diventato una specie di aggregazione di corporazioni, di interessi e che quindi ha perduto ogni capacità di decisione?».

Perché L’attacco Al Governo Sulla Corte Dei Conti

Il Presidente del Consiglio fa intendere che la questione, al di là dell’autorevole parere di Sabino Cassese che incassa di buon grado, è più l’ennesimo tassello di un mosaico necessario alla UE che, dovendo affrontare a breve l’elezione del nuovo parlamento, necessita di ostacolare l’avanzata di governi chiaramente oppositori dell’attuale maggioranza UE. In sostanza è cominciata la campagna elettorale per le europee. La maggioranza “Ursula” si sente in forte pericolo – ricordiamo che l’attuale maggioranza è composta da socialisti europei, popolari e verdi – quindi cercano in tutti i modi di ostacolare l’operato dei governi a trazione liberale conservatrice e, più nello specifico, intervengono con artifizi finora poco efficaci nella sostanza, per rallentare il pagamento delle rate del PNRR e mettere in difficoltà gli esecutivi “avversari” agli occhi dei propri elettori.

Conclusione

Non esiste nessuna volontà di semplificare la questione, ma è utile sottolineare che il pasticcio sia più il tentativo di spargere olio sul percorso – peraltro sovrapposto a quello già tracciato dal Presidente Draghi – utilizzando la solita macchina infernale della burocrazia che ormai ha perso ogni funzione costruttiva a vantaggio della sola prerogativa di “non lasciar fare” a comando.