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FITCH BATTE UN COLPO: C’E’ MA E’ INUTILE

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L’America perde il top rating del credito sovrano. Dopo il downgrade di S&P nel 2011, anche Fitch boccia la tripla A e scende di un livello. È d’obbligo ricordare che sia S&P sia Fitch -insieme ad altri eminentissimi omologhi – sono reduci dallo scandalo della crisi finanziaria del 2008

di Luca Lippi

Fitch, come altre istituzioni finanziarie che cercano di assolvere le medesime funzioni, è un organo che valuta e assegna voti ai debiti sovrani, contestualmente assegna valutazioni ai titoli rappresentativi di quei debiti, quindi ai crediti sovrani. La valutazione ultima cerca di esprimere il rischio di insolvenza dell’emittente mettendo in guardia il sottoscrittore.

Le Borse non sono rimaste impermeabili alla decisione dell’agenzia internazionale, ma per quanto riguarda le Borse europee, la preoccupazione maggiore è più per gli utili delle quotate, che si riducono drasticamente, piuttosto che l’esiziale aumento di rischio sui titoli pubblici statunitensi.

Perche’ Fitch vedrebbe aumentare i rischi sui titoli di stato USA?

Di sicuro non è piaciuto il teatrino del debt ceiling ma, a parte la tardiva elaborazione del fatto – era in discussione del Congresso i primi di giugno scorso – il tetto del debito Usa è stato modificato senza soluzione di continuità dall’amministrazione Reagan fino all’attuale di Biden; tutti i presidenti Usa hanno dovuto alzare il tetto del debito e il rating è sempre rimasto AAA per Fitch, quindi non è questa la motivazione. L’agenzia di rating dice che secondo i nodelli macro in uso presso il loro centro studi, prevede un rallentamento della crescita economica. Hanno tenuto conto del taglio di tasse e anche degli investimenti su alcuni settori strategici come il chips act – innovazione tecnologica di nuova generazione mediante la progettazione, la prototipazione, i test e la produzione di chip all’avanguardia -. Cosa succede quando uno Stato taglia le tasse e aumenta la spesa per ricerca e incentivi? Aumenta il deficit, e Fitch ha stimato che salirà al 118 per cento del PIL nel 2025.

Facciamo anche un’altra considerazione: il valore mediano degli stati che hanno la tripla A è del 39 per cento del PIL, se gli Stati Uniti supereranno veramente il 100 per cento, gioco forza non possono più conservare la tripla A.

Cosa succede alle obbligazioni statali USA?

Normalmente, in una situazione simile a quella generata dal parere tecnico di Fitch, le obbligazioni statali dovrebbero subire una forte spinta verso il basso. Senza entrare in tecnicismi spesso poco comprensibili, ricordiamo che durante la crisi del debito sovrano del 2011, il rendimento del decennale americano ha perso 90 punti base tra agosto e settembre, e cosa significa quando i rendimenti scendono? Significa che ci sono acquisti sulle obbligazioni. Nella giornata in cui Fitch annuncia il downgrade (2 agosto), i rendimenti del decennale sono addirittura aumentati, anche se di poco.

Non si vedono acquisti, pochissime vendite, il Dollaro si è rafforzato, così come l’oro – valuta e metalli preziosi sono asset di rifugio – ma nulla in confronto con quanto accadde nel 2011. Ricordiamo comunque che nel 2011, nel giro di un mese tutto tornò come era all’inizio della crisi, e altrettanto dovrebbe accadere in questi giorni. Il fatto che oggi non si replichino le dinamiche del 2011 sottolinea che il Mercato ignora l’indicazione al contrario dei media.

Perche’ il mercato ignora il dato negativo

La finanza e la politica monetaria sono concentrati su una nuova piattaforma di crescita, i milioni di dollari spesi per ricondizionare le strutture economiche sono risorse a sostentamento della crescita, il Mercato prezza positivamente questi investimenti e non ha più l’attenzione al rating che aveva quando la partita si giocava su un terreno che oggi è considerato obsoleto. I governi “buoni” nonostante producano debito, nella sostanza creano denaro, quest’ultimo finisce nelle casse delle banche che lo riutilizzano, sotto forma di riserva frazionaria, in prestiti a privati e aziende favorendo la circolazione – che crea ricchezza sempre -. Secondo le linee guida del Comitato di Basilea (BIS) alla tabella che indica Exposures to sovereings (esposizione al credito sovrano) dalla tripla A e fino alla AA- il rischio che Basilea fornisce agli investitori è ZERO.

È utile sapere che le banche commerciali, generalmente, fanno riferimento a titoli con rischio Basilea pari a zero, ma poi i fondi pensione possono spingersi anche su titoli con un rischio pesato del 20 per cento (rif. Basilea da A+ a A-) e gli Edge fund addirittura su rischio pesato del 50 per cento (rif. Basilea da BBB+ a BBB-). Questo sta a significare che quanto deciso da Fitch non sposta di un millimetro l’operatività degli investitori istituzionali (quelli che investono in maniera massiccia) verso le obbligazioni statali USA.

Dal punto di vista squisitamente tecnico, questo downgrade non vale assolutamente nulla, ha una connotazione esclusivamente politica. Riguardo, poi, i titoli dei media che cavalcano questo evento, è bene ricordare che la Stampa da tempo non aiuta più nessuno a capire o dare indicazioni attendibili per fare scelte, il loro business model è quello di tenere più persone possibili incollate agli schermi o acquistare giornali, ne va della loro sopravvivenza.