Home News L’INNOVATIVA VAVOLA CARDIACA BIOMEMETICA CHE È GIÀ REALTÀ

L’INNOVATIVA VAVOLA CARDIACA BIOMEMETICA CHE È GIÀ REALTÀ

di Katrin Bove

Una valvola cardiaca biomimetica tissutale che consente di annullare la dipendenza dalle attuali terapie anticoagulanti richieste dalle valvole meccaniche e che garantisce maggiore durabilità di una bioprotesi. È una delle tecnologie innovative presentate nel corso della seconda edizione di Innovabiomed, il network place per l’innovazione biomedica. Ad illustrare l’innovativa valvola è stato il dott. Antonio D’Amore, Research Assistant Professor in Biomedical Engineering dell’Università di Pittsburgh e Group Leader in Ingegneria Tissutale per la Fondazione Ri.MED di Palermo, nel corso del convegno “Il domani è già realtà. Dalla ricerca di base all’innovazione, sulla strada della multidisciplinarietà. Esempi eccellenti di nuovi percorsi e progetti in corso per il settore Life Science”.

Il Dr. D’Amore, affiliato da 10 anni alla Fondazione Ri.MED, ha sviluppato un bagaglio di competenze unico nell’ambito dell’ingegneria dei tessuti, nonché numerose piattaforme tecnologiche innovative, evidenti anche dal numero e dalla qualità delle sue pubblicazioni scientifiche e dei brevetti già depositati. L’obiettivo del suo lavoro è sviluppare ed introdurre nella pratica clinica una tecnologia di protesi valvolare per sostituzione di valvole cardiache che annulli la dipendenza dalle attuali terapie anticoagulanti richieste dalle valvole meccaniche e che garantisca maggiore durabilità di una bioprotesi, per migliorare la qualità di vita dei pazienti sottoposti a sostituzione valvolare. Ha già testato l’impiego di strutture temporanee di support (scaffold), combinate con cellule del paziente: tale supporto è pensato per degradarsi ed essere rimpiazzato dal tessuto prodotto dal paziente stesso. Questo sensazionale filone di ricerca è stato funzionale allo sviluppo di tecnologie innovative di lavorazione dei polimeri, applicabili anche in altri contesti, quale il prototipo di valvola mitrale. Lo scorso dicembre il Consiglio europeo della ricerca ha assegnato al Professor Antonio D’Amore l’edizione 2020 del “Consolidator Grant”, considerato il premio più competitivo e prestigioso dell’UE.