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IL FUTURO DELLA CHIRURGIA ENDOVASCOLARE A ROMA

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Da tutto il mondo a Roma per le nuove tecniche di chirurgia endovascolare, dal 18 al 20 maggio nella cornice delle Corsie Sistine

Di Flavia Scicchitano

Tecniche di chirurgia endovascolare innovative e device di ultima generazione per raggiungere nuovi livelli di mininvasività e ridurre i rischi di complicanze nel post operatorio. Le nuove frontiere nel campo della chirurgia vascolare – in termini di interventi, protesi e materiali – saranno presentate nel corso di Endograft: il convegno che si terrà dal 18 al 20 maggio 2023 all’interno delle Corsie Sistine del Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, a Roma.

L’incontro, giunto alla sua seconda edizione, è promosso dalla segreteria organizzativa Womblab, con il supporto delle aziende medicali. Course director il Prof. Nicola Mangialardi, direttore della Uoc di Chirurgia vascolare all’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. Il Prof. Mangialardi è pioniere delle più moderne tecniche endovascolari per il trattamento di patologia dell’aorta toracica, toracoaddominale, del distretto aorto-iliaco, delle arterie degli arti inferiori e viscerali; con tecnica open ed endovascolare. La sua equipe esegue ogni anno circa mille interventi chirurgici di chirurgia vascolare maggiore.

Prof. Nicola Mangialardi

Prof. Mangialardi quanto conta l’innovazione tecnologica nella chirurgia endovascolare? 

Parlando della chirurgia vascolare si deve considerare che ci si trova spesso di fronte a interventi pesanti: si opera su grossi vasi che portano il sangue al cervello, arterie addominali, arterie femorali. Si lavora in arresto di circolo, con i rischi di complicanze connessi.

In questo senso le nuove proposte di strumenti endovascolari sono in grado di rendere l’intervento mininvasivo. Quindi di ridurre drasticamente l’offesa chirurgica e il tasso di complicanze per il paziente. In questo settore l’innovazione tecnologica è continua: nuove endoprotesi sul mercato; nuovi stent carotidei; stent per le arterie degli arti inferiori e nuove tecniche per impiantare i materiali.

Quali obiettivi si prefigge il convegno ‘Endograft’?

Il convegno è un’occasione di incontro tra chirurghi di diverse nazioni per condividere esperienze e nuove tecniche. E questo è il nostro obiettivo: un incontro tecnico per misurarci a livello internazionale sull’innovazione tecnologica applicata alla chirurgia vascolare. Nel dicembre 2018 organizzammo la prima edizione in una bellissima location a Fontana di Trevi; con la proiezione di interventi live, eseguiti in diretta da colleghi operanti in diversi centri europei e americani. L’intenzione era replicare l’incontro ogni due anni ma ci siamo dovuti fermare per il Covid, così l’appuntamento è stato rimandato a maggio 2023.

In questa seconda edizione proietteremo live in the box: interventi registrati per offrire agli uditori un’esperienza immediata sulle innovazioni tecnologiche, provenienti dall’Europa e dal mondo. In tutto, durante le tre giornate, saranno presentati circa cinquanta ‘live in the box’, intervallati dalla presentazione di relazioni e risultati da parte di professionisti. I contributi arriveranno da Stati Uniti, Brasile, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Polonia, Penisola Scandinava, Grecia, Canada. Per l’Italia sarà presente sia la componente ospedaliera, con il patrocinio del Collegio dei primari, sia la componente universitaria con professori ordinari e associati. Parteciperà anche una collega ucraina, che porterà la sua testimonianza di chirurgo vascolare nell’attuale difficile contesto di un Paese in guerra.

Possiamo citare alcune di queste tecniche o strumenti d’avanguardia?

L’ultima frontiera della chirurgia endovascolare sono le endoprotesi per le esclusioni di aneurismi e dissezioni dell’arco aortico. Fino a poco tempo fa era impensabile intervenire su questo distretto anatomico mentre adesso si opera per via endovascolare. Poi ci sono gli stent carotidei e femorali di nuova generazione.

Nel corso del convegno saranno presentate anche le ultime novità per patologie quali la stenosi della carotide e le stenostruzioni delle arterie degli arti inferiori.

Infine, ci sarà un momento per discutere delle nuove linee guida sulla patologia vascolare e sulle nuove proposte di algoritmo del follow up.

Quali sono i vantaggi?

Per quanto riguarda le nuove endoprotesi per l’arco aortico e l’aorta toracoaddominale, i vantaggi riguardano la possibilità di eseguire l’intervento senza apertura del torace, inserendo le endoprotesi dall’interno delle arterie femorali. In questo modo non si interrompe più il flusso di sangue al cervello e alle arterie digestive e si riduce di molto anche la morbilità. Prima si lavorava in arresto di circolo con il rischio di incorrere in numerose complicanze: arresto cardiaco, patologie della coagulazione, ictus, infarto del miocardio, infarto dei reni, disfunzioni intestinali o perdita dell’uso delle gambe. Quanto, invece, ai nuovi stent, questi sono più biomimetici, riescono a replicare l’arteria nativa nell’esecuzione dei movimenti e sono più compatibili con la fisiologia.

Nel corso del convegno si parlerà anche di metaverso. Quali saranno i suoi sviluppi nel campo della medicina e della sanità?

Il metaverso è una dimensione tecnologica in continua ascesa e sviluppo che valicherà il mondo dei giochi e dell’intrattenimento, generando profonde trasformazioni anche nel settore dell’assistenza sanitaria. Da un sondaggio condotto a livello globale nei settori delle aziende di biopharma e medtech, è emerso che la maggior parte delle imprese sta già conducendo sperimentazioni con queste tecnologie. Le applicazioni attuali nel campo del digital healthcare riguardano principalmente le cosiddette ‘realtà estese’, ovvero la combinazione delle esperienze visuali e immersive offerte da realtà aumentata, realtà virtuale e realtà mista, ma possono anche servirsi delle tecnologie e applicazioni degli M-worlds, ovvero i ‘luoghi’ virtuali dove incontrarsi, creare contenuti e promuovere attività formative. Le tecnologie oggi esistenti consentono una visualizzazione completa dell’anatomia del paziente, che porta a migliorare i tassi d’errore, la velocità e i risultati. Lo sviluppo del metaverso in area medica avverrà in tre fasi: il periodo di sperimentazione iniziale, nel quale ci troviamo oggi, la crescente adozione di casi d’uso e la comparsa di nuovi casi sostenuti dal progresso tecnologico in corso, che avverrà nei prossimi cinque anni, e la terza fase, con nuovi casi d’utilizzo da una parte e la standardizzazione delle tecnologie del metaverso in varie aree dell’assistenza sanitaria dall’altra. La velocità di sviluppo del metaverso dipenderà infatti, dall’adozione più ampia delle tecnologie a esso
sottostanti in tre aree aziendali chiave: strumenti tecnologici (come la diffusione dei visori per la realtà virtuale), contenuti e modelli d’utilizzo.

Che significato ha la sede scelta per il convegno?

Il convegno sarà ospitato dal 18 al 20 maggio alle Corsie Sistine del Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, una sede molto antica, rappresentativa della storia della medicina romana. Il Santo Spirito è considerato l’ospedale più antico d’Europa. Le Corsie Sistine erano parte del Complesso ospedaliero originario ma sono state restituite alla popolazione pochi anni fa, dopo una lunga operazione di restauro. L’aspetto interessante è questa commistione tra antico e moderno, tra la storia di Roma e l’innovazione tecnologica applicata alla medicina.